L’ex segretario del Pd e attuale esponente di spicco di Liberi e Uguali, Pierluigi Bersani, ospite a Di Martedì il 30 gennaio ha dichiarato (-1 h 22 m 10 s): "Siamo al livello della Romania, ultimi in Europa per laureati e abbiamo un crollo delle immatricolazioni".
Si tratta di un’affermazione corretta nella prima parte e un po’ esagerata nella seconda.
La percentuale dei laureati
Come avevamo già verificato, in base ai dati Eurostat (riferiti al 2016) risulta che l’Italia è ultima in Europa per percentuale di laureati nella popolazione di età compresa tra 25-54 anni, con un magro 19,4%.
Ci precede di poco la Romania, come afferma Bersani, col 19,8%, e più lontane Malta (23,9%) e Slovacchia (24,4%).
Fanno decisamente meglio gli altri grandi Paesi europei: la Germania col 29% di laureati, la Francia col 38,7% e il Regno Unito col 44,7%.
Il “crollo” delle immatricolazioni
Possiamo verificare se ci sia stato un calo nelle immatricolazioni, e che entità abbia avuto, consultando il servizio statistico del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur).
Per l’anno accademico 2016/2017 risultano immatricolati 290.255 studenti. Dieci anni prima (anno accademico 2006/2007) gli immatricolati erano 305.818.
Il calo degli ultimi 10 anni è dunque di 15.563 immatricolati, cioè del 5% del totale. Per quanto preoccupante, non sembra un dato che giustifichi il termine “crollo”.
Conclusione
Bersani ha ragione nel sostenere che siamo ultimi in Europa, e ai livelli circa della Romania, per percentuale di laureati, mentre esagera nel parlare di “crollo” delle immatricolazioni: negli ultimi 10 anni sono diminuite del 5%. Per