Il 13 febbraio l’ex presidente del Consiglio e leader di Forza Italia Silvio Berlusconi è stato ospite di Stasera Italia, programma condotto da Barbara Palombelli su Rete 4. Ha fatto diverse affermazioni che abbiamo sottoposto al nostro fact-checking.
Quanti processi ha subito Berlusconi
Silvio Berlusconi ha dichiarato (min. 10.55) che «Da 25 anni passo il sabato pomeriggio e la domenica pomeriggio con qualcuno dei 105 avvocati e consulenti con cui ho dovuto lavorare per gli 88 processi che mi sono stati portati».
Il numero di processi è un’esagerazione. Come avevamo verificato nel 2013, allora i processi a carico dell’ex Cavaliere erano conteggiati in 18 da Repubblica, in 26 da Le Monde e in 34 da Il Giornale, quotidiano della famiglia Berlusconi.
Il numero che allora citava il fondatore di Forza Italia, “50 processi”, era probabilmente ottenuto contando come un processo ogni singolo grado di giudizio. Ma è un’operazione scorretta: il processo termina infatti con l’irrevocabilità della sentenza, che sia di condanna o di assoluzione. Dunque i vari gradi di giudizio non possono essere conteggiati singolarmente.
Considerato che successivamente al 2013 Berlusconi è stato oggetto di altri tre processi – caso escort a Bari, Ruby ter e stragi di mafia – è impossibile che il totale arrivi a 88.
I soldi all’estero delle società di Berlusconi
Berlusconi ha poi dichiarato (min. 12.35): “Le mie società non hanno mai avuto soldi all’estero”. È un’affermazione scorretta, come dimostrato da diverse inchieste giudiziarie e in particolare dalla condanna definitiva in terzo grado di giudizio, il primo agosto 2013, nel processo Mediaset per frode fiscale.
I giudici hanno infatti accertato che faceva capo a Berlusconi una galassia di società off shore, gestite dal gruppo Fininvest, su cui il leader di Forza Italia faceva transitare ingenti quantità di denaro.
I numeri sulla Tav
L’ex Cavaliere, parlando della Tav, ha affermato (min. 15.48): «Ricordiamoci che l’Europa ci dà il 40% del costo e che la restante parte la dividiamo quasi a metà con la Francia».
Si tratta di un’affermazione corretta, come abbiamo verificato nel nostro speciale fact-checking dedicato alla Tav. Qui infatti riportavamo che «come spiega l’accordo tra Italia e Francia del 2012 (art. 18), questi 8,6 miliardi sono ripartiti al 57,9 per cento per la parte italiana (circa 5 miliardi di euro) e 42,1 per cento per la parte francese (circa 3,6 miliardi di euro)».
Va però sottratto il contributo dell’Unione europea, che ha dichiarato di partecipare all’opera per il 40 per cento delle spese. Il costo a carico dell’Italia diventa quindi di oltre 2,9 miliardi di euro, circa un terzo del totale.
Berlusconi e le tasse
Berlusconi ha quindi parlato di pensioni, affermando (min. 25.50): «Aumentammo a 1.835 mila pensionati la pensione a un milione [di lire n.d.r.] al mese».
È un’affermazione imprecisa. È vero che il governo Berlusconi II, con la legge finanziaria per il 2002 (l. 448/2001, art. 38 ), aumentò le pensioni minime a 516,46 euro (1 milione di lire) a certe categorie di pensionati.
Il numero di beneficiari tuttavia sembra inferiore a quello rivendicato dall’ex Cavaliere. Secondo uno studio dell’Istat del 2014 (), che ha i dati aggiornati al 2011, “il numero di beneficiari delle maggiorazioni (…) è pari a 1.094.176”. Dunque un po’ meno di 1,1 milioni e non più di 1,8 milioni, come affermato da Berlusconi.
La flat tax
Berlusconi è poi tornato a parlare di uno dei cavalli di battaglia del centrodestra, l’abbassamento delle tasse. Il leader di Forza Italia ha affermato (min.31.37): «Cito l’esempio americano: dove è stata adottata questa misura di riduzione delle tasse, la misura in tre anni ha portato a un incremento del 30% delle entrate dello Stato in tasse».
È un’affermazione che contiene due elementi corretti, cioè l’abbassamento delle tasse e l’aumento delle entrate fiscali per lo Stato, ma che li collega in un nesso di causa-effetto che non è dimostrato.
Come avevamo verificato in passato, nella storia degli Stati Uniti diversi presidenti hanno abbassato le tasse, e successivamente il gettito fiscale è aumentato.
In particolare durante la presidenza di Lyndon B. Johnson col Revenue Act del 1964 l’aliquota massima sul reddito venne abbassata dal 91% al 70% e quella minima dal 20% al 14%, e l’imposta sulle società venne abbassata dal 52% al 48%.
Le entrate del Tesoro, secondo quanto riporta la TaxFoundation, passarono da 94 miliardi di dollari nel 1961 a 153 miliardi nel 1968: un aumento del 33% al netto dell’inflazione.
Ma questo aumento fu con ogni probabilità dovuto da una molteplicità di fattori, in particolare una ripresa generale dell’economia dovuta al ciclo internazionale, e non è possibile stabilire un chiaro nesso di causalità tra i due fattori.
Conclusione
Delle cinque affermazioni di Berlusconi che abbiamo verificato due sono errate: quella sul numero di processi che lo hanno coinvolto e quella sui soldi all’estero delle sue società. Altre due, quella sull’aumento delle pensioni minime e sull’esempio americano a proposito dell’abbassamento delle tasse, sono imprecise. Corretta invece l’affermazione sulla Tav.
Se avete delle frasi o dei discorsi che volete sottoporre al nostro fact-checking, scrivete a dir@agi.it