L’attentato neonazista del 9 ottobre alla sinagoga di Halle, in Sassonia (nella Germania orientale), ha causato due vittime e ha riacceso i riflettori sul fenomeno del terrorismo di estrema destra. Andiamo quindi a vedere qual è la situazione in Europa sotto questo punto di vista.
Il rapporto di Europol
Europol, l’agenzia dell’Unione europea che si occupa di contrastare il crimine organizzato e il terrorismo, pubblica ogni anno un rapporto sulla situazione del terrorismo europeo. In questo documento troviamo dati e statistiche sul fenomeno del terrorismo nero (p. 60 e ss.), con l’ultima edizione aggiornata al 2018.
Il quadro generale
L’anno scorso, per quanto riguarda in particolare il terrorismo di estrema destra nella Ue, è stato classificato come attentato solo un evento, avvenuto in Italia. Si tratta della vicenda di Macerata del febbraio 2018, quando un estremista di destra - Luca Traini - aveva preso di mira alcuni migranti africani, sparando in maniera indiscriminata e causando sei feriti.
L’anno precedente - secondo il rapporto relativo al 2017 (p. 51) - gli attentati di estrema destra erano invece stati cinque, tutti avvenuti nel Regno Unito.
Nel 2018, poi, sono state arrestate in totale 44 persone – di cui 8 in Germania, 32 in Francia, una in Italia, 2 in Olanda e una in Repubblica Ceca – con l’accusa di aver commesso crimini legati al terrorismo di estrema destra, in particolare o tentativi andati a vuoto o preparativi per attacchi intercettati dalle forze dell’ordine per tempo.
Nel report si legge poi che "anche se la maggior parte dei gruppi di estrema destra in Europa non ha fatto ricorso alla violenza, ha comunque diffuso un clima di paura e odio contro le minoranze".
Questo clima "costruito su xenofobia, antisemitismo, islamofobia e sentimenti anti-migranti", secondo Europol, può incentivare singoli individui radicalizzati a compiere attacchi violenti contro le minoranze.
In effetti, se guardiamo ai recenti casi di cronaca degli attentati di Halle, Macerata o all’omicidio della deputata laburista Jo Cox del 2016, gli autori sono sempre stati dei “lupi solitari” che hanno agito al di fuori di gruppi organizzati e spinti dal clima di odio e intolleranza descritto da Europol.
Dunque, più che la consistenza numerica di questi gruppi - spesso esigua - preoccupa l’impatto che può avere il loro messaggio su alcuni settori della popolazione.
La situazione nei vari Stati
Le caratteristiche dei gruppi di estrema destra, sempre secondo Europol, cambiano molto da Paese a Paese. Sono infatti presenti, a seconda degli Stati, "gruppi nazional socialisti e neonazisti, individui e gruppi revisionisti, razzisti, antisemiti, skinhead e gruppi hooligan di estrema destra".
In Germania, si legge nel report, l’estrema destra è un mix di gruppi apertamente neonazisti e gruppi provenienti da una galassia varia di sottoculture che spaziano dalla “destra intellettuale” al populismo estremista di destra.
Nel 2018 elementi appartenenti a gruppi di estrema destra - ad esempio al Revolution Chemnitz o al Reichsbürgerbewegung - hanno preso di mira migranti e richiedenti asilo come “vendetta” per casi di cronaca nera che avrebbero visto coinvolti immigrati. Uno schema simile, insomma, a quello visto nel caso di Macerata.
Anche in Italia, secondo Europol, la presenza di centri per rifugiati e l’arrivo di migranti catalizza le violenze dell’estrema destra. Ma non è l’unico motivo: possiamo citare ad esempio le violente manifestazioni di Casa Pound e Forza Nuova contro l’assegnazione a famiglie rom di alloggi popolari o gli incendi dolosi dei campi nomadi.
In Olanda le violenze dell’estrema destra maturano a fronte della paura che il Paese stia venendo “islamizzato”. L’estrema destra olandese è frammentata - possiamo citare i gruppi Pegida, Voorpost, Rechts in verzet e Erkenbrand - e al momento gli aderenti non sono in crescita (con l’eccezione di Erkenbrand).
In Scandinavia operano diversi gruppi: il Nordiska Motståndsrörelsen svedese ha adepti anche in Danimarca, Norvegia e Finlandia. Ma più che i gruppi organizzati, in Svezia il problema è rappresentato da una galassia di individui che hanno assorbito la narrazione xenofoba dell’estrema destra: negli scorsi anni sono stati arrestati diversi soggetti per crimini motivati dall’odio razziale.
Nel Regno Unito, segnala il rapporto, c’è preoccupazione per la crescente simpatia che riscuotono le idee di estrema destra tra i più giovani, e in Grecia la violenza dei gruppi neofascisti e neonazisti ha preso di mira - anche con ordigni esplosivi e incendiari - soprattutto i gruppi e gli individui legati alla galassia anarchica e antagonista.
L’estrema destra, poi, secondo Europol ha spesso legami transnazionali.
Il citato gruppo olandese Pegida, ad esempio, mantiene rapporti con le organizzazioni sorelle in Germania, Belgio e Regno Unito. Lo stesso fanno, poi, il gruppo austriaco Identitäre Bewegung, quelli portoghesi Blood and Honour, Portugal Hammer Skins e Nova Ordem Social, e diversi gruppi di estrema destra della Polonia.
Insomma, il panorama della destra estrema in Europa come anticipato è molto vario. Oltre al problema della diffusione di idee intolleranti e violente, che spesso travalica i confini dei singoli gruppi per contagiare individui non affiliati, secondo gli esperti esiste anche un problema di sottovalutazione del fenomeno.
Il rapporto dell’International Center for Counter-terrorism
L’International Center for Counter-terrorism (Icct), think tank indipendente che ha base in Olanda, ha pubblicato nel 2019 un rapporto su “Violenze e terrorismo dell’estrema destra”, che prende la Germania come caso di studio.
Qui si legge che questi fenomeni sono una «minaccia crescente» per l’Europa che, almeno a partire dall’11 settembre 2001, quando l’attenzione si è concentrata sul terrorismo islamico, viene pericolosamente sottostimata dalla politica, dai media e dagli apparati di polizia e intelligence.
Secondo il paper dell’Icct, il rischio è che questa carenza di attenzione porti a sottovalutare il fenomeno e a non classificare correttamente, come attentati terroristici mossi da un’ideologia estremista, alcune violenze commesse da soggetti legati all’estrema destra.
Così facendo, secondo l’Icct, si crea la percezione nelle vittime - e non solo - che gli Stati democratici siano “ciechi” rispetto a queste violenze. Questo comporta un’erosione della fiducia nello Stato di diritto e nel monopolio della forza da parte dello Stato, che è poi quello che aspirano ad ottenere le organizzazioni neonaziste, neofasciste e via dicendo.
Conclusione
Il terrorismo nero in Europa ha numeri ad oggi ancora limitati. I gruppi apertamente neonazisti e neofascisti hanno relativamente pochi adepti nei vari Paesi. Tuttavia, secondo Europol, preoccupa l’aumento delle violenze commesse da singoli individui, “lupi solitari”, che si radicalizzano sul web, accettano le narrazioni xenofobe dei gruppi di estrema destra e agiscono di conseguenza.
Si pone poi il problema, secondo l’International Center for Counter-terrorism (Icct), di non sottostimare il fenomeno e di dare un’adeguata risposta a livello politico, normativo e di opinione pubblica.
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