Ospite a Firenze dell’Osservatorio Giovani-Editori lo scorso 13 ottobre, il Ceo di Apple Tim Cook, intervistato da Maria Latella, ha dichiarato: “Apple paga già più tasse di chiunque altro al mondo. Siamo il più grande contribuente negli Usa e in Irlanda”.
L’affermazione è imprecisa e quasi impossibile da verificare con assoluta sicurezza.
Apple negli Usa
Apple è la più grande società per valore di mercato al mondo, con una capitalizzazione sul mercato – a ottobre 2017 – superiore a 810 miliardi di dollari (non è l’unico criterio utilizzabile, quello della capitalizzazione, come avevamo spiegato qui).
È impossibile verificare con assoluta certezza se sia il più grande contribuente negli Usa, in quanto le informazioni fiscali delle società americane sono private. Lo stesso Tim Cook si è quindi affidato a una stima di quanto potrebbero pagare gli altri contribuenti, per dichiarare il primato.
Noi ci possiamo appoggiare su un recente studio di Forbes, prestigiosa rivista americana di economia e finanza, proprio sulla questione di quanto pagano in tasse le maggiori società americane.
Il tema infatti è stato a lungo caldo anche oltreoceano – qui si può leggere l’audizione di Tim Cook del 2013, di fronte a una commissione del Congresso sulla questione evasione/elusione fiscale –, prima che la condanna della Commissione europea nei confronti dell’Irlanda (per aiuti di Stato alla Apple) lo rendesse di grande attualità anche in Europa.
Secondo Forbes, “Il maggior contribuente è stato il più remunerativo: la Apple, che ha accantonato 15,8 miliardi di dollari per le tasse sul reddito, su 59 miliardi di reddito operativo (Ebit)”.
Si deve insomma guardare, secondo Forbes, al reddito operativo per calcolare chi paga più tasse.
Gli altri colossi del mercato americano inseguono: la Berkshire Hathaway (la holding di Warren Buffett) ha accantonato 9,2 miliardi per le tasse sul reddito; Wal-Mart, che ha più del doppio volume di vendite (sales) rispetto a Apple ma un Ebit più basso, 6,2 miliardi; United Health Group (colosso della sanità) 4,9 miliardi; JP Morgan Chase 9,8 miliardi; Alphabet (la controllante di Google) 4,7 miliardi; Bank of America 6,4 miliardi, e via dicendo.
Sembrerebbe dunque che Cook abbia ragione, fino a prova contraria, sul fatto che Apple sia il più grande contribuente negli Usa. Un discorso da tenere distinto – come sottolinea anche l’analisi di Forbes – dalla questione se la società paghi comunque il dovuto.
Apple in Irlanda
I colleghi della sezione fact-checking del quotidiano irlandese “The Journal” avevano verificato già nel settembre 2016 come fosse altrettanto impossibile stabilire con assoluta certezza se la Apple fosse il contribuente numero uno nel loro Paese.
Le norme a tutela della privacy dei contribuenti, unite alla ritrosia delle società a divulgare informazioni sulla propria condizione economica e fiscale, sono anche qui un ostacolo insormontabile.
Tuttavia fu allora analizzata la questione se l’affermazione di Cook fosse “plausibile”.
Ripetendo oggi lo stesso esperimento, la risposta è più probabilmente negativa che positiva. Apple Irlanda fattura infatti – dati 2016 – 8,5 miliardi di euro (e su questa cifra paga le tasse).
Nella lista stilata dall’Irish Times delle prime 1000 società del Paese (sempre nel 2016), si piazza così undicesima. Primo arriva il gruppo edile CRH, con 27,1 miliardi di fatturato. Seguono Medtronic (26,6 miliardi), Google (22,6 miliardi), Microsoft (19,5 miliardi), e via dicendo.
Dunque in questo caso sembra che Cook abbia detto una cosa errata, anche se ribadiamo l’impossibilità di verificarlo pienamente.
Conclusione
L’affermazione di Cook secondo cui Apple paga più tasse di chiunque altro al mondo si fonda sul primato globale della società a livello di capitalizzazione sul mercato e di reddito operativo. Ma non potendo accedere ai documenti fiscali, né della società informatica né degli altri concorrenti, non è possibile determinare con certezza assoluta se sia vero o meno.
È probabile, tuttavia, che il CEO della Apple abbia ragione per quanto riguarda gli Stati Uniti e forse – anche considerando le enormi società cinesi di proprietà pubblica – il mondo. Per quanto invece riguarda l’Irlanda, in base ai dati che abbiamo potuto esaminare, sembra che Cook abbia torto.
Se avete delle frasi o dei discorsi che volete sottoporre al nostro fact-checking, scrivete a dir@agi.it