La situazione economica al Sud sta migliorando? Ospite di Otto e Mezzo su La7 il 13 marzo, il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio ha portato due dati a favore di questa tesi: "Il Sud batte nell’export il Nord, ai dati di oggi, del 2016" e che nel 2015 il PIL del Sud sia aumentato più di quello del Nord. Siamo andati a vedere che cosa dicono i numeri.
Le esportazioni crescono nel complesso, ma Sicilia e Sardegna...
A un primo sguardo, il ministro Delrio ha ragione. Il 13 marzo l’Istat ha pubblicato i numeri più recenti sulle esportazioni a livello regionale: nel 2016, l’Italia meridionale ha segnato un +8,5%, contro un dato stabile nell’Italia nordoccidentale e un +1,8 nel Nord-Est. Questi dati contribuiscono a formare il +1,2% registrato dalle nostre esportazioni nell’anno da poco concluso.
Ci sono però due precisazioni da fare. La prima è che l’Istat considera nella divisione geografica “Italia meridionale” le sei regioni continentali (Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Campania e Calabria) ma non Sicilia e Sardegna.
E nell’Italia insulare l’export è calato del 15 per cento nel corso del 2016, con un -17,3% in Sicilia e -10,9% in Sardegna: i due peggiori risultati a livello nazionale.
Il caso Basilicata: +53%, grazie alla Fca
Se poi guardiamo alla regione che è cresciuta di più in tutta Italia, la Basilicata, questa ha segnato un +53,5% nell’export ed è al primo posto per contributo al totale nazionale. Il motivo è il grande aumento delle esportazioni di automobili dallo stabilimento Fca di Melfi: in sostanza, le fabbriche di auto lucane hanno trainato il risultato di tutto il Meridione.
L’altra cosa da notare è che il volume delle esportazioni del Sud è molto piccolo. Italia meridionale e insulare, insieme, hanno esportato beni per 42,8 miliardi di euro nel 2016, contro un totale nazionale di 417 miliardi. Le regioni settentrionali, insieme, hanno avuto un export di circa 300 miliardi di euro, sette volte tanto.
Anche il Pil cresce più del Nord
Se guardiamo al Pil, Delrio ha ragione. Nel 2015 c’è stato un aumento maggiore al Sud rispetto al Nord. L’istat e la Banca d’Italia confermano, anche se la differenza è molto contenuta: il Mezzogiorno è cresciuto dell’1,1%, contro lo 0,8% del Nord (a livello nazionale si è registrato un +0,7 %).
Gli elementi che hanno riportato il Sud alla crescita sono elencati da Bankitalia nella ripresa dei consumi delle famiglie, nell’aumento del turismo, in una buona annata dei prodotti agricoli e in una maggior spesa pubblica per investimenti per completare i programmi che dipendono da fondi europei. Tutte le regioni del Sud sono cresciute più della media nazionale nel 2015, tranne Campania e Sardegna: in quest’ultima, scrive la Banca d’Italia, «non sono emersi ancora segnali di ripresa».
La crisi, inoltre, ha colpito più duramente al Sud rispetto al Nord e ci vorrebbero tassi di crescita ben più robusti per colmare davvero il gap. Mentre al Nord, che già partiva da una situazione economica migliore, il calo cumulato del Pil negli anni della crisi è stato del 6% circa, al Sud la diminuzione è stata del 12%.
Senza dimenticare però che la crisi a Sud ha colpito duro
Delrio ha quindi sostanzialmente ragione sui due dati che cita: è vero che nel 2015 il Pil è cresciuto leggermente più nelle regioni meridionali rispetto a quelle settentrionali (1,1%contro 0,8%). Ed è vero anche che l’export meridionale – se si escludono Sicilia e Sardegna – ha registrato una performance migliore, anche se gran parte della crescita si spiega con la produzione di auto con il marchio Fiat e Jeep in Basilicata.
I timidi segnali di ripresa delle regioni meridionali, insomma, ci sono, ma bisogna anche tener presente che la crisi ha colpito in quelle zone con molta più durezza. Ai cambiamenti economici si stanno sommando anche cambiamenti sociali: i ragazzi del Sud, per esempio, hanno preso ad andare meno all’università rispetto agli anni passati – e rispetto ai coetanei del Nord. Ancora: anche per un minor apporto della popolazione immigrata, al Sud nascono meno figli, mentre una ventina di anni fa la natalità era più alta rispetto alle regioni settentrionali.
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