Xi Jinping entra nel “pantheon” del Partito comunista cinese (PCC), con il suo nome scritto nella costituzione del partito accanto al suo “pensiero sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era”. Il diciannovesimo Congresso del PCC si è concluso con la decisione presa all’unanimità da parte dei 2300 delegati al congresso di conferire al segretario generale del partito uno status che lo pone sullo stesso livello dei suoi storici predecessori, Mao Zedong e Deng Xiaoping.
Il Congresso all’unanimità ha deciso che il pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era, in aggiunta al marxismo-leninismo, al pensiero di Mao Zedong, alla teoria di Deng Xiaoping, la teoria della Tre Rappresentanze e la Prospettiva Scientifica sullo Sviluppo, costituiranno le guide di azione del partito nella Costituzione del partito.
Con questa formula, pronunciata durante la cerimonia di chiusura del Congresso, il contributo di Xi è entrato ufficialmente nella carta fondamentale del Pcc. Il suo pensiero deve essere "una guida per l’azione del partito” all’interno della costituzione del Pcc, ha sottolineato il Congresso nel testo della risoluzione con cui è stato adottato il pensiero di Xi nella costituzione.
Xi come Mao
Mao fu l’unico leader cinese al quale spettò l’onore di entrare nella costituzione con il suo pensiero mentre era ancora in vita, che venne accolto durante il settimo Conresso del partito, nel 1945, quattro anni prima della fondazione della Repubblica Popolare Cinese (RPC). La teoria di Deng Xiaoping, che teoria fu, e non pensiero, per non istituire paragoni con il “grande timoniere”, fu inserita nello statuto solo pochi mesi dopo la sua morte, nel 1997. Anche i suoi due predecessori al vertice del regime, Jiang Zemin e Hu Jintao, avevano elaborato teorie incluse nello statuto del partito, Le Tre Rappresentanze e lo Sviluppo Scientifico, ma senza che il loro nome venisse inserito nella carta del Pcc.
Xi, il più potente, tutte le cariche del presidente
Il presidente cinese si conferma come l'uomo politico più potente da decenni in Cina. Lo scorso anno il suo status è stato elevato a livello di “nucleo della leadership”, una formula che lo pone come un “primus inter pares” all’interno del Comitato Permanente del Politburo, il vertice del potere del partito. Oltre a essere segretario generale del PCC, Xi è anche presidente della (RPC) e di presidente della Commissione Militare Centrale, ed è a capo di numerose commissioni.
Scheda: Da Mao a Xi, storia del Partito comunista cinese
Xi è a capo del gruppo centrale guida per gli Affari Esteri, e del gruppo guida per gli Affari su Taiwan dal novembre 2012. Dal novembre 2013 è leader del gruppo guida per l’approfondimento complessivo delle Riforme e presidente della Commissione Centrale per la Sicurezza Nazionale, e leader del gruppo centrale per l’informatizzazione e la Sicurezza di Internet, dal febbraio 2014. Il mese successivo ha assunto la carica di leader del gruppo centrale di guida per la Difesa Nazionale e per la Riforma Militare della Commissione Militare Centrale. Dal giugno 2014 è leader del gruppo centrale per gli Affari Economici e Finanziari; dall’aprile 2016 è comandante in capo del comando congiunto di battaglia dell’Esercito di Liberazione Popolare. Infine, dal gennaio di quest’anno, Xi è anche presidente della Commissione Centrale per lo Sviluppo Integrato Militare e Civile.
"Il suo status nel partito è elevato al livello di Mao e Deng"
Con il passo di oggi il consolidamento di Xi al centro del partito e dello Stato è uno sviluppo “molto importante” per Xi, ha commentato all’Agi, Willy Wo-lap Lam, politologo ed esperto di elite politiche cinesi e docente della Chinese University di Hong Kong. “Il suo status nel partito è elevato a livello di Mao Zedong e di Deng Xiaoping”. Ancora più importante, ha sottolineato Lam, che il suo pensiero sia legato al discorso pronunciato settimana scorsa, in cui Xi ha tracciato l’obiettivo di fare della Cina “un grande e moderno Paese socialista” entro il 2050. “Il fatto che il suo nome sia nella costituzione e che sia diventato il principio guida del partito è la certificazione per lui che rimarrà al potere per oltre dieci anni”, ha concluso Lam.
“Xi vuole portare il PCC a guidare tutte le espressioni rilevanti della vita sociale ed economica in Cina, per risolvere le nuove contraddizioni fondamentali della nuova epoca: quelle tra uno sviluppo economico poderoso ma sbilanciato, e le nuove istanze di giustizia, partecipazione e benessere che si fanno largo nella popolazione”, aveva detto in un’intervista all’AGI Giovanni Andornino, docente all’Università di Torino e vice presidente del Torino World Affairs InstituteTwai. “S
Il nuovo Comitato Centrale e la nuova Commissione Disciplinare: chi scende e chi sale nella gerarchia del Pcc
"Il Congresso ha poi nominato il nuovo Comitato Centrale e la nuova Commissione Disciplinare del Partito, l'organo che indaga sui funzionari corrotti. L'elezione dei due organi era uno dei compiti principali del Congresso. Sono 376 i membri del nuovo Comitato Centrale eletto oggi. Di questi, 204 sono membri permanenti, mentre 172 sono membri supplenti dell'organo di dirigenti del PCC. Sono 133, invece, i membri della nuova Commissione Centrale per l'Ispezione Disciplinare. Tra i nomi dei membri del nuovo Comitato Centrale non c'è quello dell'attuale capo della Commissione Disciplinare, Wang Qishan.
Il posto dello zar dell’anti-corruzione verrà affidato a un nuovo membro del Comitato Centrale eletto oggi dal Congresso, molto probabilmente all'attuale capo del dipartimento organizzativo del Pcc, Zhao Leji. Wang, 69 anni, aveva raggiunto limiti d’età per il rinnovo della sua carica (i 68 anni compiuti) ma diverse voci negli ultimi mesi aprivano alla possibilità che potesse rimanere al vertice della Commissione Disciplinare o all'interno della leadership con un altro incarico. Assente dalla lista dei membri del nuovo Comitato Centrale anche il vice presidente cinese, Li Yuanchao, nonostante a soli 66 anni, avrebbe ancora l’età per farne parte. Li Yuanchao era membro del Politburo, carica che è destinato a lasciare dopo la mancata inclusione nel Comitato Centrale di oggi. Confermati, invece, all’interno del Comitato Centrale, oltre allo stesso Xi, anche il primo ministro Li Keqiang e altri nomi tra i più noti della politica e delle Forze Armate cinesi. Domani, il Comitato Centrale del partito annuncerà le nomine agli alti vertici del partito. Nella prima sessione plenaria dopo il Congresso, il Comitato Centrale eleggerà il segretario generale del partito, i membri del Politburo, l’Ufficio Politico del Comitato Centrale, e i membri del Comitato Permanente del Politburo, oggi composto da sette persone che siedono al vertice del potere in Cina.
Xi avrà un erede?
Domani si saprà anche se Xi Jinping avrà o meno designato un successore per il 2022. In caso contrario, il “presidente di tutto” romperebbe con la tradizione restando al potere oltre il secondo mandato. Si dice in Cina, analizzare le dinamiche interne equivale a sapere “leggere le foglie di tè”, cioè ad avere doti di divinazione. Se il sistema politico cinese è noto per una certa opacità, la corsa al potere diventa un enigma: le promozioni avvengono in segreto. Qualsiasi previsione rischia di essere fallace.
Tra i più papabili, fino a qualche giorno fa, c’erano Chen Min'er e Hu Chunhua, anche se nelle ultime ore sono emersi nuovi nomi. Chen, 57 anni, alleato di ferro di Xi, era stato capo della propaganda dello Zhejiang quando Xi era capo del partito della stessa provincia. E’ proprio Chen l’uomo che ha sostituito al vertice della città-provincia di Chongqing, nel sud-est della Cina, Sun Zhengcai, fino a qualche mese fa dato come papabile per un posto alle alte sfere, ed espulso dal Partito per corruzione. Per Chen, alcuni prevedono un doppio salto in avanti: la nomina a capo di Chongqing è di solito associata a un posto nel Politburo, ma nel suo caso potrebbe esserci in gioco addirittura un seggio al Comitato Permanente: una promozione che lo renderebbe il leader più in vista della sesta generazione di politici, cioè colore che guideranno il partito a partire dal 2022.
Hu Chunhua, 54 anni, segretario del partito del Guangdong, una delle province più importanti per l’economia cinese. Forse meno vicino a Xi rispetto a Chen (considerato un protetto di Hu Jintao). Hu è uno dei più giovani capi provinciali e già oggi membro del Politburo. La sua relativamente giovane età per un dirigente politico di alto livello lo pone in corsa come uno dei leader della sesta generazione del Pcc. Il suo più importante sponsor politico, l'ex presidente Hu Jintao, aveva tentato di lanciarlo già nel 2012.