WhatsApp corre ai ripari e cerca di frenare la diffusione dei messaggi virali, quelli cioè che si diffondono in maniera incontrollata venendo inoltrati da chi li riceve, e che spesso nascondono notizie false. Da oggi verrà testato un “limite al numero di chat al quale è possibile inoltrare messaggi”.
Il provvedimento riguarderà tutti gli utenti del servizio su scala globale, ma arriva in un momento particolarmente grave per quanto sta accadendo in India. Nel Paese asiatico, quello “dove le persone inoltrano messaggi, foto e video più di qualunque altro nel mondo” e gli utenti attivi sono 230 milioni, la diffusione di fake news è arrivata a uccidere. Negli ultimi due mesi, riporta l’emittente pubblica tedesca Deutsche Welle, sono state uccise venti persone accusate di aver rapito bambini. Le loro morti sono legate al tam tam provocato proprio dalla diffusione di notizie via WhatsApp: ma erano informazioni false.
L’altra novità di WhatsApp: le notifiche di inoltro
Secondo TechCrunch il numero massimo di chat cui sarà possibile inoltrare un messaggio sarà venti, mentre è certo che in India il limite sarà più basso: cinque contatti. L’annuncio è arrivato con un post sul blog ufficiale della società statunitense. “Abbiamo creato WhatsApp come un servizio di messaggistica privata, un modo semplice, sicuro e affidabile per comunicare con amici e parenti – si legge nella nota -. Grazie alle novità che abbiamo introdotto finora abbiamo cercato di conservare quel sentimento di intimità che i nostri utenti dicono di amare”.
Oltre al limite di chat cui inoltrare un messaggio, nella versione indiana dell’app sparirà il tasto per l’inoltro rapido. Difficile pensare che una mossa simile possa scoraggiare la diffusione di notizie false, anche se la società fa sapere di “credere che questi cambiamenti, che continueranno a essere valutati in futuro, aiuteranno a mantenere WhatsApp così come era nata, un servizio di messaggistica privata”.
Appena dieci giorni fa, in un altro post sul blog, la società annunciava l’introduzione della segnalazione di messaggi inoltrati. “Da oggi, quando ricevi un messaggio, WhatsApp ti segnalerà se si tratta di un messaggio che ti è stato inoltrato”, spiegava l’azienda che invitava a “essere prudente quando condividi messaggi che sono stati inoltrati”.
Che cosa sta succedendo in India?
Il caso più eclatante della diffusione di fake news in India è un video in cui si vedono due persone a bordo di una motocicletta arrivare in una strada dove giocano alcuni bambini, prelevarne uno e scappare subito dopo. Quel rapimento, in verità, era solo inscenato e il video di cui quelle immagini fanno parte voleva sensibilizzare sui rischi dei rapimenti in Pakistan. Proseguendo nella visione del filmato, infatti, si vedono i due uomini tornare sul luogo del finto sequestro e mostrare un cartello con scritto “ci vuole un momento appena per rapire un bambino dalle strade di Karachi”. Karachi è la seconda città più popolosa al mondo con i suoi 24 milioni di abitanti ed è famosa per i sequestri di persona, soprattutto negli anni ‘90.
Qualcuno, però, ha tagliato la parte del video in cui il bimbo viene portato via e l’ha inviata tramite WhatsApp. Le immagini si sono quindi velocemente diffuse in India, alimentando un’isteria collettiva che ha portato a un linciaggio virtuale prima, e reale poi. A farne le spese sono stati alcuni uomini, una ventina, contro cui si è materializzata la violenta caccia alle streghe.
L’ira del governo indiano, le pubblicità di WhatsApp sui giornali
Per indicare questo fenomeno, in India si parla di mob-lynching, cioè linciaggio tramite smartphone. Le violenze stanno diventano un problema talmente serio da costringere WhatsApp a comprare intere pagine di pubblicità sui principali giornali del Paese per spiegare agli utenti come identificare le fake news.
Dieci regole per “combattere insieme le informazioni false”: i suggerimenti vanno dal “capire quando un messaggio è stato inoltrato” al “controllare le notizie che sembrano incredibili” e al “verificare i link”. E al punto numero 2, WhatsApp mette in guardia dalle informazioni che “sconvolgono”: “Se leggi qualcosa che ti provoca rabbia o paura, chiediti se sia stato diffuso con l’intento di farti provare proprio quel sentimento. Se la risposta è sì, pensaci due volte prima di condividere il messaggio”.
Sempre nella giornata del 19 luglio, poche ore prima dell’annuncio di WhatsApp, il governo indiano si era nuovamente scagliato contro la società statunitense: “Quando le voci e le notizie false vengono diffuse in maniera dannosa, il mezzo utilizzato per propagazione non può sottrarsi alla propria responsabilità. Se rimane spettatore muto può essere considerato un favoreggiatore e deve affrontare azioni legali”, ha scritto il ministero della IT (Information Technology). Dal canto suo, WhatsApp replica facendo notare che “ci sono importanti differenze tra i social media e i messaggi privati” nel modo in cui avvengono le comunicazioni. “Nove messaggi su dieci tra quelli scambiati via WhatsApp riguardano conversazioni private”, e “la maggior parte dei gruppi non hanno più di sei membri”. Un meccanismo “molto diverso da quello dei social, dove è sufficiente premere un bottone per raggiungere milioni di persone”. Contattato da Agi, un portavoce della società ha ribadito l’impegno di WhatsApp a combattere la diffusione di fake news sulla sua piattaforma.