Stretta del governo di Pechino sull'industria dei videogiochi con l'entrata in vigore di un coprifuoco notturno e un tempo di accesso limitato a 90 minuti al giorno per i minorenni. "Questi provvedimenti sono frutto del pensiero di Xi Jinping", ha riferito l'agenzia stampa ufficiale Xinhua, ricordando che nel 2018 il presidente in persona aveva annunciato una direttiva per lottare ai videogiochi, accusandoli di "causare danni alla vista dei bambini". Ma nel video gaming Pechino vede anche un "incitamento alla violenza e a comportamenti sfrenati".
La volontà politica di esercitare uno stretto controllo sul mondo dei videogiochi si traduce in una limitazione a 90 minuti del tempo massimo di utilizzo quotidiano per chi ha meno di 18 anni. Inoltre ai costruttori di videogiochi viene chiesto di bloccarne l'accesso dalle 22 alle 8, instaurando di fatto un coprifuoco notturno. Al di là di argomenti educativi e sanitari, il governo di Pechino puntava ad un maggior controllo sull'industria del videogioco che, con un fatturato di più di 600 milioni di dollari, fa della Cina il primo mercato al mondo.
Lo scorso anno il settore è passato sotto il controllo diretto dell'ufficio di propaganda, con un apposito comitato di etica incaricato di valutare che i loro contenuti siano in conformità con "i valori sociali del comunismo". I giocatori più dipendenti potrebbero raggirare le limitazioni imposte dal regime dedicandosi ad attività di eSport, in piena espansione in Cina per far fronte al concorrente sud coreano, leader mondiale della disciplina. Nei mesi scorsi la città cinese di Hangzhou ha speso l'equivalente di 250 milioni di euro per costruire un enorme impianto dedicato alla competizione per gli utenti di video giochi.