I temuti video manipolati hanno fatto il loro ingresso ufficiale nella battaglia politica americana, dividendo anche i social. Youtube ha deciso di togliere il video costruito ad arte su Nancy Pelosi che da ieri era diventato virale sui social, mentre Facebook e Twitter lo hanno lasciato.
Della durata di 30 secondi, le immagini mostrano la Speaker della Camera come se fosse sotto l'effetto dell'alcol e faticasse a trovare il filo del discorso. In poche ore, ha ricevuto 2 milioni di visualizzazioni. Su Facebook, fino a stamani, in 2,5 milioni avevano visto le immagini di Pelosi balbettare, lasciando migliaia di commenti in cui il meno volgare era "ubriacona". In realtà era frutto di una manipolazione tecnica: il video, tratto da un incontro con i giornalisti durato 20 minuti, era stato rallentato per far sembrare che la Speaker si mangiasse le parole.
Il consigliere di Donald Trump, Rudolph Giuliani, l'aveva postato, commentando: "Che succede a Nancy Pelosi? Il suo modo di parlare è bizzarro". Il messaggio è stato cancellato, ma la rete lo aveva già registrato. Se Youtube l'ha tolto, su Twitter è ancora possibile vedere il video, mentre Facebook, dopo un'"analisi", ha deciso di non rimuoverlo perché "non va contro le regole". Persino Fox News ha ammesso nei notiziari del mattino che la clip era stata ritoccata. Ieri la rete vicina a Trump aveva messo in onda un video montato in modo da mostrare Pelosi gesticolare un po' troppo. E il presidente lo aveva rilanciato su Twitter.
Lo scontro tra Pelosi e Trump si è inasprito negli ultimi giorni, tra la questione impeachment e il braccio di ferro tra presidente e Congresso, dopo che Pelosi aveva definito Trump poco lucido, e aveva chiesto l'intervento dello staff e della famiglia del presidente per aiutarlo. Il caso del video manipolato, però, inquieta gli americani: dopo le fake news, dicono gli analisti, toccherà ai fake video spingere gli elettori a formare la loro scelta politica. Il fatto che i giganti social si siano divisi su come gestire i video manipolati, apre nuove scenari nella comunicazione in vista delle prossime presidenziali.