AGI - Dopo aver visto le immagini della distruzione del kibbutz Be’eri, nel sudovest di Israele, l’artista Zoya Cherkassky la definì la “Guernica israeliana”, riferimento all’opera del ’37 di Pablo Picasso sul bombardamento tedesco della città basca. Le opere che vengono esposte al Jewish Museum di New York, sulla Fifth Avenue, accanto a Central Park, sono tra le prime al mondo che raccontano la strage del 7 ottobre commessa da Hamas, quando vennero massacrati più di 1200 israeliani e rapiti più di duecento. Le immagini evocano senza censure scene di dolore, famiglie massacrate, vittime di stupri, richiami a Guernica e all’”urlo" di Edvard Munch, Cherkassky, 47 anni, è nata a Kiev, in Ucraina, è emigrata in Israele nel 1991, due settimane dopo il collasso dell’Unione Sovietica, ha esposto al Museum of Art di Tel Aviv, al Rosenfald Gallery e al Circle 1 Gallery di Berlino e anche negli Stati Uniti, a Miami e Minneapolis. Adesso l’artista ha ricevuto molta attenzione per questa rassegna sulla “Guernica israeliana”, che presenta dipinti a matita, acquerelli, pastelli, in cui documenta l’attacco agli israeliani. L’esposizione, che è anche al Jewish Museum di Vienna, chiuderà il 24 marzo. L’ingresso costa 22 dollari, 15 dollari studenti e anziani. Sabato l’entrata è gratuita.