"I profitti del petrolio o il nostro futuro?". La domanda perentoria, rivolta al premier britannico Rishi Sunak, campeggia su uno striscione a sfondo scuro tenuto trionfalmente da due attivisti di Greenpeace di fronte alla sua dimora 'di campagna'. È il quotidiano The Guardian a pubblicare online video e foto dell'incredibile 'impresa' messa a segno da un gruppo di attivisti che sono riusciti ad aggirare i controlli, penetrare nel giardino della villa e salire sul tetto per "impacchettare" (non certo a festa) l'edificio.
La magione di Sunak, l'inquilino più ricco mai arrivato a Downing Street, è un elegante edificio su due piani del 19esimo secolo immerso in un parco di svariati ettari, nel cuore dello Yorkshire. Non deve essere stato propriamente facile per gli attivisti arrampicarsi fino alla cima e srotolare 200 metri quadrati di pesante tessuto nero come il petrolio per protestare contro le "pericolose conseguenze della sua nuova frenesia di trivellazione".
Solo tre giorni fa Londra ha dato il via libera a centinaia di nuove licenze per l'estrazione di petrolio e gas nel Mare del Nord scatenando un acceso dibattito interno. La decisione, giustificata dal premier alla luce del contesto globale e dell'urgenza di aumentare le riserve energetiche, ha ovviamento scatenato un acceso dibattito interno: si tratta di un passo sicuramente in controtendenza rispetto agli appelli delle Nazioni Unite e dell'Europa per fermare lo sviluppo dei combustibili fossili e contenere i danni del cambiamento climatico.
The Guardian non manca di sottolineare che la protesta di Greenpeace è avvenuta mentre il primo ministro stava raggiungendo la California per le vacanze e che comunque sul posto erano presenti anche forze dell'ordine. Philip Evans, uno dei responsabile delle campagne per il clima dell'ufficio britannico di Greenpeace ha spiegato a The Guardian che "abbiamo bisogno che il nostro premier sia un leader del clima e non un piromane del clima mentre incendi e inondazioni distruggono case e vite in tutto il mondo".