L’Europa dei “nuovi” Verdi deve essere “ecologica, democratica e sociale”. Intendono incidere in profondità sul futuro del Vecchio Continente, partendo da una lotta decisa nei confronti dei populisti di destra e non solo di quelli.
“Non lasceremo quest’Europa agli Orban, alle Le Pen e ai Salvini”, aveva detto aprendo i lavori il capo dell’organizzazione degli ambientalisti tedeschi, Michael Kellner. Gli fa eco la leader Annalena Baerbock nel suo discorso d’apertura al congresso di Lipsia, dal quale usciranno i candidati per le Europee e il nuovo programma.
“Ricostruiremo l’Europa dalle fondamenta”
“L’Europa sta attraversando una crisi profonda – incalza Baerbock, che condivide con Robert Habeck la guida del partito dallo scorso gennaio - lo vediamo con la Brexit, lo vediamo in tutti quei luoghi in cui sono i populisti ed estremisti di destra a prendere il potere. Ma lo vediamo anche nell’incapacità di agire dei governi nazionali, che si limitano a gestire lo status quo invece di cambiare il continente”. Il progetto è chiaro: “Ci assumiamo la responsabilità per rifondare la casa europea”. Niente di meno.
Questo vuol dire, dice la leader, che fino al prossimo maggio “combatteremo con passione, con tutto quello che abbiamo, per l’Europa”. Un progetto nel quale si affronteranno di petto, dice Baerbock, anche il tema “di mercati finanziari senza limiti: sì, è il mercato il padre di tutti i problemi degli ultimi anni”.
Un partito con la crescita ben oltre il 3 percento
Una visione a trecentosessanta gradi, quella che la leader verde propone ai delegati accorsi a Lipsia: compresa la lotta contro i cambiamenti climatici, “il più grande rischio globale per la terra”, scandisce Annalena. Che non manca, a proposito di temi globali, di citare, tra le altre proposte, lo stop ai rifornimenti di armi all’Arabia Saudita e il rafforzamento dei diritti delle donne.
È un partito in pieno boom, quello che si è presentato oggi a Lipsia: due trionfi elettorali in sequenza (Baviera e Assia), sondaggi stellari sul piano nazionale, in cui i Verdi oramai staccano i socialdemocratici, sempre più sprofondati nella crisi, di almeno dieci punti, posizionandosi come seconda forza politica del paese e con ciò facendo tremare con insistenza la Grosse Koalition.
I migranti? Gente come noi
Nondimeno, anche all’interno del variegato mondo dei Verdi ci sono i temi di scontro. Per esempio i migranti: Baerbock propone una sorta di Europa a due velocità, in cui i Paesi che sono intenzionati a riformare la politica d’asilo vadano avanti, gli altri seguiranno: “Chi pensa che umanità e una politica migratoria ordinata non possano andare di pari passo, perché non tutti partecipano al progetto, conosce veramente male l’Europa, Anche l’euro o Schengen si sono potute realizzare solo perché alcuni hanno preceduto gli altri”.
Per affrontare la questione dei profughi, dice la giovane leader, “sono necessarie vie di fuga legali, un sistema di registrazione dei migranti ai confini della Ue e una equa suddivisione delle quote tra tutti i paesi”. Bisogna tornare a vedere i destini delle persone in carne e ossa, perché “ciò che rende tossico il dibattito sul diritto d’asilo è che fa di tutte le persone una massa unica”.
Ma ci deve essere ordine
Però ha in mente anche la sicurezza, Baerbock, appunto “la politica migratoria ordinata”, laddove l’ex leader Claudia Roth torna ad insistere per un’estensione senza limiti del diritto d’asilo.
L’altro grande fronte da aprire, in questi giorni a Lipsia, è la conquista dei Laender dell’est, dove più di altrove si è registrata l’avanzata massiccia dell’ultradestra dell’Afd. Habeck l’ha già voluto sottolineare, che anche nelle regioni dell’ex Germania orientale il vento sta cambiando. In Turingia i Verdi hanno visto raddoppiare i propri consensi, almeno a giudicare gli ultimissimi sondaggi. E l’anno prossimo si voterà anche in Sassonia e in Sassonia-Anhalt. I Verdi promettono di arrivare preparati all’appuntamento: sempre tenendo in mente l’Europa.