L'Assemblea nazionale (Parlamento) venezuelana, controllata dall'opposizione, ha approvato la strategia per l'ingresso nel Paese degli aiuti umanitari offerti dai governi stranieri, ma i militari hanno bloccato il ponte al confine con la Colombia per il passaggio di alimenti e medicinali, secondo quanto denunciato da un deputato oppositore. L'operazione logistica prevede, come "prime azioni", l'ingresso di due convogli di camion, uno dalla città di Cùcuta in Colombia e l'altro da Paracaima, in Brasile.
Il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, nega l'ingresso degli aiuti, temendo l'inizio di un intervento militare americano nel Paese e il fatto che i militari abbiano bloccato i convogli è un segnale che l'esercito è ancora dalla sua parte. Quella degli aiuti umanitari è la nuova sfida dell'autoproclamato presidente ad interim, Juan Guaidó, riconosciuto da una quarantina di Paesi, tra cui 21 dell'Ue, ma non dall'Italia.
"Ci sono tra 250 mila e 300 mila venezuelani che rischiano di morire", ha avvertito Guaidó, ribadendo la necessità di un "primo sostegno alla popolazione più vulnerabile". Intanto la Croce Rossa si è detta disponibile a distribuire gli aiuti, ma solo quando saranno entrati in Venezuela.