Lo scontro tra Usa e Cina si arricchisce di un nuovo capitolo, nel bel mezzo della disputa commerciale sui dazi, Washington ha inserito Huawei e 70 sue affiliate nella lista nera delle entità commerciali per ragioni di sicurezza nazionale.
La mossa, annunciata dal ministro del Commercio, Wilbur Ross, impedirà al colosso cinese delle tlc di vendere la sua tecnologia negli Usa, ma inoltre renderà più difficile per Huawei comprare parti e componenti dalle società americane.
La decisione, appoggiata dal presidente Donald Trump "impedirà che la tecnologia americana venga utilizzata da entità straniere in un modo tale da minare la sicurezza nazionale Usa - ha spiegato Ross - o gli interessi di politica estera".
“Salteranno migliaia di posti di lavoro americani”
Huawei si oppone alla decisione che, ha commentato l'azienda in una nota, "non è nell’interesse di nessuno".
La strada scelta da Washington, ha avvertito il colosso cinese, "comporterà un grave danno economico per le aziende americane con cui Huawei collabora, inciderà su decine di migliaia di posti di lavoro americani e interromperà la collaborazione e la fiducia reciproca che esiste attualmente nella catena di approvvigionamento globale.
Huawei, che acquista da aziende americane componenti essenziali, ha avvertito che la decisione "costringerà gli Usa a usare prodotti di qualità inferiore e più costosi, relegando il Paese in una posizione di svantaggio nell'adozione delle reti di ultima generazione".
Inoltre, "restrizioni ingiustificate violeranno i diritti di Huawei e solleveranno ulteriori questioni legali". Il governo cinese ha accusato Washington di usare la sicurezza nazionale come "strumento per il protezionismo commerciale" e ha esortato a "non peggiorare ulteriormente le relazioni bilaterali".
La Commissione Ue ha incoraggiato tutti gli Stati membri "a prendere seriamente questi rischi di sicurezza" e ha ricordato che i governi nazionali "hanno il diritto di decidere di escludere imprese dai loro mercati per ragioni di sicurezza nazionale".
La cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il premier olandese, Mark Rutte, hanno fatto sapere non intendono seguire il divieto Usa.
Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha avvertito che "non è appropriato lanciare una guerra tecnologica o una guerra commerciale contro qualsiasi Paese", ma allo stesso tempo, ha aggiunto, "per il 5G prestiamo molta attenzione all'accesso alle tecnologie di rete di base per preservare la nostra sicurezza nazionale".