Houston - Hillary Clinton sulla graticola al dibattito democratico di Miami, il quarto faccia a faccia con Bernie Sanders, dopo lo schiaffo della vigilia con il senatore del Vermont che le ha strappato il Michigan alle primarie. "Uno dei maggiori scombussolamenti della storia moderna americana", per il vincitore a sorpresa Sanders mentre l'ex Segretario di stato ha caratterizzato la sconfitta in Michigan come un banale incidente di percorso. "Ho vinto una delle gare e perso l'altra per poco - ha commentato riferendosi anche al Mississippi - sono soddisfatta perche' ho avuto 100.000 voti in piu' rispetto al mio rivale e piu' delegati. Continuero' a lavorare duramente per ogni singolo voto nel paese". Pressata poi per lo scandalo delle email, Hillary ha categoricamente escluso di poter essere rinviata a giudizio. "Non succedera'. Non intendo neppure rispondere a questa domanda'", ha detto all'anchor di Univision che le chiedeva se, nel caso di iscrizione nel registro degli indagati, avrebbe lasciato la corsa per la Casa Bianca. "Non ho inviato o ricevuto alcuna email marcata allora come classificata - ha spiegato - quello di cui si parla e' una classificazione retroattiva. Abbiamo a che fare con un eccesso di classificazione. Non sono preoccupata".
Sull'immigrazione, uno dei temi chiave della serata rivolta all'importante audience latina in vista delle primarie di Florida, Arizona, California e Illinois, e' stato scontro e l'ex first lady ha preso le distanze da Barack Obama. "Se parliamo degli 11-12 milioni di immigrati clandestini che sono gia' qui...non sostengo le stesse politiche dell'attuale amministrazione - ha detto - io non deporterei bambini e non voglio neppure deportare familiari". La Clinton ha dunque ricordato come Sanders abbia votato contro la riforma dell'immigrazione ma lui ha segnalato di essersi opposto solo ad alcune clausole contenute nel provvedimento. "Signora Segretario, sono pronto a confrontare le mie prese di posizione con le sue ogni giorno della settimana", ha affermato Sanders smentendo le accuse della rivale. I due contendenti sono stati introdotti sul palco in spagnolo. A cantare l'inno nazionale e' stato un giovanene artista mariachi, Sebastian De La Cruz, vittima di commenti razzisti dopo la sua esibizione alla finale Nba. (AGI) Ril (Segue) (AGI) - Houston, 10 mar. - Sanders e Clinton hanno entrambi criticato le deportazioni di massa annunciate dal rivale repubblicano Donald Trump. Si sono pero' rifiutati di definire il tycoon newyorchese un razzista, limitandosi a bollare le sue proposte come volgari e insensate. "Gli americani non eleggeranno mai un presidente che insulta i messicani, i musulmani, le donne e gli afro-americani", ha affermato Sanders. "Non si rende l'America grande cancellando tutto cio' che l'ha resa grande", gli ha fatto eco la Clinton. Senza mezzi termini, i moderatori hanno chiesto a Hillary perche' gli americani non si fidano troppo di lei (almeno secondo i sondaggi) e se ha mentito alle vittime della strage di Bengasi. Lei si e' dichiarata dispiaciuta per la prima osservazione mentre su Bengasi ha spiegato che si trattava di informazioni che venivano costantemente aggiornate. Sanders ha poi incalzato Hillary ribadendo la necessita' di rendere pubblici i suoi interventi super pagati a Wall Street. Al senatore del Vermont e' stato mostrato un video del 1985 in cui difende Fidel Castro e gli e' stato chiesto in cosa il suo socialismo si differenzia. "Penso che si debba porre fine all'embargo e che si debba andare avanti nella normalizzazione delle relazioni con Cuba", e' stata la sua risposta, alla vigilia della storica visita del presidente Barack Obama nell'isola. Il dibattito si e' chiuso con un forte applauso per Sanders che non ha smentito la sua capacita' di entusiasmare il pubblico piu' della rivale. (AGI)