di Francesca Venturi
Bruxelles - Anche se i toni sono diversi da quelli che, quasi sei mesi fa, avevano fatto scrivere a Martin Selmayr, il potente capo di gabinetto del presidente Jean-Claude Juncker, che "un G7 nel 2017 con Trump, Le Pen, Boris Johnson e Beppe Grillo" sarebbe stato "uno scenario dell'orrore", l'Europa ha oggi reagito con grandi preoccupazione all'inattesa elezione di Donald Trump come 45/mo presidente degli Stati Uniti. Lo "scenario dell'orrore" si fa del resto più probabile, visto che dai tempi del commento di Selmayr su Twitter due dei 4 protagonisti si sono già aggiudicati la partecipazione al G7 dell'anno prossimo in Italia, anche se dopo la vittoria del Brexit Boris Johnson ha lasciato il posto di premier a Theresa May. E fra quelli in Europa che hanno accolto con soddisfazione il risultato elettorale americano ci sono proprio Beppe Grillo, che a Bruxelles si è detto fiducioso del fatto che il nuovo leader Usa "farà meglio del previsto" e "diventerà un moderato", e Marine Le Pen, la prima a congratularsi con Trump e con il popolo americano, "libero".
Entusiasti e prudenti, le reazioni dei leader internazionali
#G7 2017 with Trump, Le Pen, Boris Johnson, Beppe Grillo? A horror scenario that shows well why it is worth fighting populism. #withJuncker
— Martin Selmayr (@MartinSelmayr) 26 maggio 2016
I leader europei sono soprattutto preoccupati per il futuro delle relazioni transatlantiche. Lo ha detto esplicitamente il presidente del Consiglio europeo, il quasi omonimo Donald Tusk: "pur rispettando il risultato del voto, siamo consapevoli delle nuove sfide che comporta e dell'incertezza del futuro della nostra relazione transatlantica". Assieme al presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, Tusk ha già invitato il neo eletto Trump a un vertice Ue-Usa a Bruxelles, "al più presto secondo la sua convenienza".
Esultano Grillo e Salvini. Renzi: collaboriamo
Il capo della diplomazia europea Federica Mogherini ha ribadito la profondità del legame che unisce le due sponde dell'Atlantico, "più profondo dei cambiamenti politici" e ha invitato i ministri degli Esteri dei 28 a discuterne in una cena informale già domenica sera, alla vigilia del programmato Consiglio di lunedì e martedì.
Meno diplomatici i leader dei partiti rappresentati al parlamento europeo: se il presidente Martin Schulz ha ammesso che "lavorare con Trump sarà piu' difficile con con altre amministrazioni Usa", il capogruppo socialdemocratico Gianni Pittella ha definito il risultato del voto come "l'espressione di un virus che colpisce Usa e Europa". E il suo omologo Popolare, Manfred Weber, ha constatato che ormai "non sappiamo che cosa ci dobbiamo aspettare dagli Usa".
Oltre ai numerosi scenari di crisi internazionali su cui l'Europa è impegnata al fianco degli Stati Uniti, a preoccupare i leader europei sono anche le incertezze che l'elezione di Trump proiettano sullo scenario economico internazionale: nelle previsioni economiche pubblicate oggi dalla Commissione europea, sono considerate un fattore di rischio sulla ripresa economica dell'Eurozona (oltre che di quella degli Stati Uniti), così come lo è stato il voto sulla Brexit e "il rischio di escalation dei conflitti geopolitici".
Ma oltre a questo, c'è anche la concreta possibilità che il negoziato commerciale per un trattato di libero scambio, il cosiddetto Ttip, possa bruscamente interrompersi. Nonostante i tentativi di concluderlo prima che Obama lasciasse la Casa Bianca, il negoziato, che dura dal 2013, continua ad incontrare molte difficoltà e opposizioni da parte della pubblica opinione, che si sono accentuate dopo che anche il trattato con il Canada (Ceta), già negoziato, è stato firmato in ritardo per l'opposizione di un solo parlamento regionale europeo (quello della Vallonia, regione francofona del Belgio). I più ottimisti fra coloro che non apprezzano l'elezione di Trump considerano però che, dopo il primo schiaffo della Brexit, questo nuovo shock potrebbe rappresentare per l'Europa un'occasione di rialzare la testa e tornare a contare negli scenari internazionali.