Tasse e email, nuovi guai per Trump e Clinton
Tasse e email, nuovi guai per Trump e Clinton
Londra - Donald Trump avrebbe eluso le tasse su 50 milioni di dollari: è l'accusa lanciata in un'esclusiva dal 'Telegraph'. In base alla ricostruzione del quotidiano inglese, il magnate newyorchese avrebbe infatti mascherato un investimento da 50 milioni di dollari in una compagnia come un prestito, con quella che si configurerebbe come una frode al fisco. Lo scoop, frutto di tre mesi di indagine, si base su copie di documenti del 2007 con la firma di Trump che, secondo fiscalisti indipendenti e avvocati interpellati, contengono "segni rossi" che indicano l'accordo come irregolare.
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Intanto guai in arrivo anche per Hillary Clinton, probabile rivale di Trump per la Casa Bianca: a rinfocolare l'email-gate, un'inchiesta ufficiale ha rinvenuto serie lacune nella sua gestione della sicurezza delle caselle di posta elettronica quando era segretario di Stato. Un rapporto pubblicato dall'ispettore generale del Dipartimento di Stato, organismo indipendente, ha trovato "debolezze sistematiche e di lunga data relative alle comunicazioni e alle registrazioni elettroniche". L'ex First Lady è stata messa duramente sotto accusa dai repubblicani per aver usato una casella mail privata per inviare comunicazioni ufficiali ai tempi del dipartimento di Stato, esponendo cosi' segreti di Stato al rischio di essere hackerati. L'ex segretario si e' scusata, sostenendo di averlo fatto solo per comodita'. Nel rapporto odierno si sottolinea che anche il suo predecessore, Colin Powell, ma nel frattempo erano state varate misure di sicurezza più stringenti.
L'inchiesta giornalistica del Telegraph su Trump ha messo nel mirino l'alleanza finanziaria con Bayrock Group, la compagnia immobiliaria che stava costruendo il Trump SoHo a New York. Nel 2007, Bayrock concluse un accordo con l'islandese FL Group per un investimento da 50 milioni in quattro società sussidiarie. Poche settimane dopo, l'intesa venne fatta passare come prestito, rendendola esentasse in base alle leggi di New York, che per la vendita di quote in una partnership invece prevedono il prelievo di oltre il 40% del guadagno.
Quattro ex dipendenti della Bayrock hanno sostenuto, successivamente, in una causa contro la società, che l'intesa fosse stata raggiunta per evadere 20 milioni di tasse attraverso una vendita mascherata di quote della partnership. Senza contare gli ulteriori 80 milioni di tasse sui profitti derivanti dall'affare immobiliare che così sarebbero riusciti a non pagare. Il Telegraph afferma di avere ottenuto i documenti firmati da Trump nella loro duplice versione: quelli relativi alla vendita delle quote ai finlandesi e quelli in cui alla parola vendita fu sostituita "prestito".
Alan Garten, avvocato di Trump, ha immediatamente fatto sapere che il suo cliente "non ha niente a che fare con quella transazione" e che la sua firma sui documenti era semplicemente di conoscenza dell'accordo come "partner limitato". Una spiegazione che secondo i fiscalisti non sta in piedi, dal momento che il magnate era coinvolto nel progetto immobiliare per il 15%, e quindi la sua approvazione era decisiva.
Era da tempo che gli avversari di Trump, sia democratici sia repubblicani, invocavano la pubblicazione della sua dichiarazione dei redditi, che il miliardario si è sempre rifiutato di mostrare, limitandosi a vantarsi di pagare il meno possibile. (AGI)
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