Houston - Dopo il trionfo alle primarie repubblicane in West Virginia e Nebraska, solo un centinaio di delegati separano Donald Trump dalla "magica" soglia dei 1.237 necessari per aggiudicarsi formalmente la nomination prima della convention di Cleveland a luglio. Sul fronte democratico, anche Hillary Clinton e' ad un passo dalla nomination.
L'ex first lady in West Virginia, e' stata sconfitta da Bernie Sanders, tuttavia deciso a restare in campo: "Siamo qui per vincere: lotteremo fino all'ultimo voto rimasto", ha avvertito il senatore del Vermont, rimarcando che il tycoon newyorkese "non diventera' presidente perche' il popolo americano capisce che la nostra forza sta nella nostra diversita'". Ma sebbene si profilino per lui altre vittorie alle primarie Dem in Oregon e Kentucky, le sue chance di colmare il gap con la Clinton appaiono residue. Alla Clinton mancano 148 delegati per arrivare i 2.383 necessari per la nomination. Hillary, che nel 2008 aveva vinto in West Virginia contro Barack Obama con 40 punti di vantaggio, e' stata penalizzata delle sue dichiarazioni dello scorso marzo quando, durante un incontro elettorale, disse di voler far fallire le societa' del carbone, mandando a casa i minatori, per favorire l'industria delle rinnovabili. Secondo un sondaggio della Cnn, tre elettori democratici su 10 in West Virginia vengono dall'industria del carbone e il 55% di questi sostiene Sanders. L'ex segretario di Stato pero', e non da oggi, pensa gia' allo scontro finale, quello che vale la Casa Bianca. "Non vedo l'ora di dibattere contro Trump", e' stato l'unico suo commento: ignorata la West Virginia, concentrazione sul Kentucky dove si votera' il prossimo 17 maggio cosi' come in Oregon.
Trump ha invece affidato a un comunicato il commento sulle vittorie di ieri. "E' un grande onore - ha detto - aver vinto sia in West Virgia e sia in Nebraska, soprattutto con un cosi' grande margine". Il miliardario, che ha intascato tutti i 36 delegati in Palio nel nebraska e si e' aggiudicato la maggioranza di quelli della West Virginia, corre spedito verso il traguardo dei 1.237 necessari per ottenere la nomination prima della convention di Cleveland, a luglio. In una intervista a Israel Hayom, quotidiano vicino a Benjamin Netanyau, premier israeliano dai tormentati rapporti con barack Obama, il magnate ha annunciato che "presto" andra' in visita in Israele. Ma soprattutto ha colto l'occasione per attaccare l'attuale inquilino della Casa Bianca. "La minaccia contro Israele - ha detto - e' piu' importante che mai", a causa della "politica del presidente Obama e da quando e' stato firmato l'accordo sul nucleare con l'Iran". "Il popolo israeliano - ha aggiunto - soffre molto a causa di Obama". (AGI)