“Guadagniamo già troppo. Distribuite quelle risorse al sistema sanitario del Quebec”: questo il contenuto - per molti ‘shock’ - della lettera aperta firmata da 700 medici della provincia canadese. Non uno, ma centinaia di specialisti si sono indignati e stupiti per l’aumento di salario previsto in busta paga ritenuto contrario al buon senso: “Le nostre infermiere, impiegati e altri professionisti sono in condizioni di lavoro molto difficili”. La notizia, di qualche giorno fa, ha subito fatto il giro del mondo. Virtuosi? Civili? Strani? Di sicuro il fatto non stupisce chi conosce a fondo la società canadese. Ecco allora altre 9 curiosità sul Paese che va matto per i Mac&Cheese - è il prodotto più acquistato nei supermercati - in cui la Natura domina incontrastata, le aree popolate coprono solo il 10% dell’immenso territorio e l’alce è un pericolo stradale che causa 247 incidenti all’anno.
1 - Frutta gratis per i bimbi al supermercato
Da qualche tempo la catena di supermarket Loblaw allestisce uno scaffale di frutta fresca che i bambini possono prendere e mangiare sul posto senza pagare un centesimo. Lo scopo è duplice: far conoscere il prodotto dal cliente e promuovere una data sana per i più piccoli.
2 - Parcheggio responsabile
Le auto canadesi solitamente non sono dotate di disco orario, nemmeno quelle a noleggio. Questo perché i parcheggi ad orario sono basati essenzialmente sulla fiducia. Se il limite massimo di sosta consentito sono 2 ore si suppone che tu tenga la macchina parcheggiata per 2 ore non di più.
3 - Un rifugio dagli orsi
Nella cittadina di Churchill, nella provincia di Manitoba, gli abitanti lasciano le macchine aperte per offrire rifugio a qualche malcapitato che sta fuggendo da un orso. La città è infatti un punto di passaggio per le migrazioni degli orsi polari e non è raro incontrare il re dei ghiacci a passeggio per le strade.
4 - Una pista di atterraggio per gli UFO
Il 3 giugno 1967 l’allora ministro della Difesa, Paul Hellyer, inaugurò la prima pista di atterraggio per UFO a St. Paul, Alberta. Allo sbarco gli alieni avrebbero trovato una targa di accoglienza e una mappa del Paese incisa nella pietra unita a messaggi che richiamavano alla pace tra i popoli, terrestri o intergalattici. In 50 anni nessun ‘ospite’ è mai atterrato ma il centro si è arricchito di info-point per turisti e di un’esposizione permanente sul mistero degli UFO.
5 - Le buone azioni vanno ricompensate
Nella cittadina di Prince Albert, nella provincia di Saskatchewan, la polizia ricompensa i bambini e ragazzi che compiono una buona azione con dei “positive tickets”. E così per aver semplicemente raccolto una cartaccia si può ricevere panino, un biglietto del cinema o una partita di hockey, tutti donati dalle attività commerciali e imprenditoriali del posto.
6 - Il problema di scusarsi troppo
I canadesi non hanno problemi nel chiedere scusa. Anzi, lo fanno anche troppo. Al punto che nel 2009 è stata approvata una legge chiamata Apology Act, come risultato dell’uso eccessivo della parola “sorry”. I canadesi si scusano un’infinità di volte, anche se non hanno nessuna colpa. Può capitare, infatti, che una persona venga tamponata da un’auto e chieda scusa all’altro conducente, pur essendo dalla parte della ragione. Ciò può causare un problema a livello legale. Pertanto si è dovuto ricorrere ad una legge che specificasse che l’uso di “sorry” non significa necessariamente un’ammissione di colpa, ma una semplice espressione di dispiacere e comprensione.
7 - Canada first (almeno in radio)
Secondo le leggi imposte dall’industria musicale del Canada, dal 35 al 40% della musica che viene trasmessa in radio deve essere canadese.
8 - Babbo Natale è canadese
Babbo Natale è un cittadino canadese, ufficialmente riconosciuto dal governo di Ottawa nel 2008. E come ogni residente ha un suo indirizzo e una cassetta delle lettere cui ogni anno vengono recapitate oltre 1,5 milioni di missive di bambini da tutto il mondo. E in tutte le lingue (compreso il Braille). L’indirizzo è Santa Claus, North Pole, Hoh Oho, Canada.
9 - Un’isola per gli esuli di Trump
Mesi prima delle elezioni presidenziali americane, Cape Breton, verdissima isola di circa 150mila abitanti, poco più grande della Corsica nella Nuova Scozia, si era candidata per ospitare gli esuli di Trump. L’appello aveva avuto molta risonanza al punto che alcune ore dopo i risultati degli spogli il sito “If Trump Wins” dell’isola era andato in tilt. Probabilmente nessun americano si è ma trasferito realmente ma ora sa che una via di fuga c’è e conduce in Canada.