Riparte da Tallinn il "cantiere" che porterà l'Europa verso un futuro più integrato e più digitale: ma le ambizioni dei leader più europeisti sono a volte frenate dalle preoccupazioni dei Paesi più piccoli. Francia, Germania, Italia e Spagna rilanciano il proprio ruolo di guida, a partire dalla proposta su una "web tax" che ha già il favore di una ventina di Paesi. Sullo sfondo ci sono le difficoltà legate al negoziato per la Brexit, ma anche i fattori di instabilità nazionali di Spagna, alle prese con la questione catalana, e Germania, che nei prossimi mesi sarà impegnata nella formazione del quarto governo Merkel.
In questo delicato contesto, l'Italia vuole ritagliarsi un ruolo di "creatore di convergenza" fra le diverse ambizioni. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha partecipato al vertice "digitale" di Tallinn, preceduto da una cena informale in cui i 27 (solo assente giustificato il premier spagnolo Mariano Rajoy, presente seppure 'depotenziata' la britannica Theresa May).
Quale ruolo per l'Italia?
"Il ruolo dell'Italia - ha spiegato Gentiloni - è molto chiaramente quello di favorire una convergenza fra le diverse proposte animate da ambizione". Senza voler essere "i grandi pacificatori fra i 28", l'obiettivo è piuttosto quello di "tenere insieme le diverse ambizioni europeiste" che "personalmente" Gentiloni ha trovato nel discorso sullo stato dell'Unione di Jean-Claude Juncker e in quello del presidente francese Macron. Un ruolo, quello italiano, "che già da ieri sera ho cominciato a svolgere" proprio a Tallinn. Secondo il premier italiano la ripresa dovrebbe indurre l'Europa a incoraggiare "politiche espansive" e sulla web tax si è detto favorevole anche a una "cooperazione rafforzata" nel caso che i Paesi contrari non cambino idea, impedendo di raggiungere una maggioranza entro l'Ecofin di dicembre.
Il premier irlandese Leo Varadkar, il più giovane con i suoi 38 anni (l'estone Juri Ratas ne ha 39 e il presidente francese Macron quasi 40) ha per esempio sostenuto che se l'Europa vuole essere "leader dell'economia digitale, la soluzione non è piu' tasse e più regole, ma è il contrario". Angela Merkel, un po' distratta dalle vicende nazionali, ha confermato il suo sostegno all'impulso europeista di Emmanuel Macron, con qualche riserva sulle ricette da perseguire soprattutto sul rafforzamento dell'Eurozona. Ma, ha detto il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, "non mi è sembrata affatto preoccupata, ma anzi determinata ad andare avanti: la Germania e la Francia devono fare da guida assieme a Italia e Spagna, per un'Europa bilanciata".
La tabella di marcia
Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha ora due settimane per fissare, in vista del prossimo vertice del 20 ottobre, una tabella di marcia per il futuro, sulla base delle indicazioni emerse durante il dibattito di Tallinn e di vari incontri bilaterali in programma nei prossimi giorni. "L'unita dei 27 è la nostra priorità più alta e farò tutto quanto in mio potere per mantenerla". Già preannunciati, il lancio delle cooperazioni permanenti nel settore della difesa comune entro la fine dell'anno, un vertice dei paesi Euro in concomitanza con il Consiglio europeo di dicembre (l'obiettivo è accelerare sul completamento dell'Unione bancaria), un vertice sui Balcani occidentali a Sofia nel primo semestre, a presidenza bulgara, del 2018.
Quanto alla "web tax", secondo Macron "è il solo modo di finanziare quegli investimenti pubblici necessari ad essere in prima linea nella transizione digitale". La Commissione, per voce dello stesso presidente uncker, conferma che presenterà la sua proposta nella prossima primavera e Juncker è fiducioso che "ci sarà un accordo all'Ecofin" di dicembre, ovvero la scadenza stabilita dalla presidenza estone per trovare una posizione comune da condividere con Ocse e G20.