L'Italia "non ha rispettato la regola del debito" e quindi "una procedura per deficit eccessivo per violazione di quella regola è giustificata". La Commissione europea, come anticipato lo scorso 3 giugno da AGI, compie il primo passo formale per l'avvio di una procedura nei confronti dell'Italia e mette nero su bianco un giudizio molto pesante sulle misure decise dal governo giallo-verde che, secondo Bruxelles, hanno "danneggiato l'economia italiana".
Il parere della Commissione sarà ora esaminato dal Comitato economico e finanziario, l'organismo che dovrà dare o meno il suo ok tecnico, mentre per il via libera politico invece bisognerà aspettare il 9 luglio, quando a Bruxelles si riunirà il vertice dei ministri delle Finanze dei 28 stati membri. Sarà l'Ecofin infatti a decidere se la procedura contro l'Italia potrà partire o no.
I segnali dalle capitali non sembrano favorevoli, la gran parte delle cancellerie (non solo i 'rigoristi' del nord, ma anche altri governi che in passato hanno evitato la linea dura, a cominciare dalla Spagna e dal Portogallo, sembrano questa volta orientati a fissare il principio per cui 'le regole vanno rispettate').
Ora palla all'Italia: le ragioni della procedura
La palla adesso è nella metà campo italiana: sarà Roma che dovrà decidere se venire incontro alle obiezioni di Bruxelles rimettendo le finanze pubbliche in linea con le richieste della Ue, oppure se lasciare le cose come stanno, andando incontro a una procedura mai applicata a nessun Paese fino ad oggi. Palazzo Chigi assicura che "le regole del Patto di stabilità saranno rispettate", e aggiunge che "il dialogo con la Commissione continua".
"In questa fase non vedo alcuna necessità di speculare - dice conciliante il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici - siamo pronti a esaminare i nuovi dati in arrivo dall'Italia che potrebbero modificare questa analisi. La mia porta è aperta", aggiunge parlando in italiano durante la conferenza stampa.
Ma la decisione della Commissione di richiamare il governo per la violazione della regola del debito, "va ben aldilà della procedura", attacca il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis: "Quando guardiamo all'economia italiana vediamo i danni che stanno facendo le recenti scelte politiche: la spesa per interessi dell'Italia nel 2018 si è rivelata pià alta di circa 2,2 miliardi di euro a 65 miliardi invece di 62,8 miliardi, la crescita si è praticamente fermata.
Il colpo alla fiducia e i tassi di interesse più alti hanno aggravato l'impatto di fattori esterni, come le tensioni commerciali globali e un rallentamento generale nell'economia mondiale. Il deficit aumenta, il debito aumenta e la crescita rallenta - è il messaggio di Dombrovskis - c'è chiaramente la necessità di correggere gli obiettivi di bilancio".
Cosa chiede Bruxelles all'Italia
Bruxelles, nelle sue raccomandazioni, chiede all'Italia di di cambiare la traiettoria fiscale già nel 2019, preparare una manovra da oltre 30 miliardi per il 2020, rafforzare la lotta contro il lavoro nero e l'evasione fiscale, riorientare gli investimenti verso la ricerca, l'innovazione e la qualità delle infrastrutture, ridurre la durata dei processi e ristrutturare le banche medie-piccole.
Il giudizio della Commissione su Quota 100 è particolarmente severo: è "una marcia indietro rispetto alle precedenti riforme delle pensioni che peggiora la sostenibilità delle finanze pubbliche nel medio termine", scrive l'esecutivo Ue nel suo rapporto. Da Roma per ora sembra arrivare un'apertura: "Il governo auspica la continuazione di un dialogo costruttivo con la Commissione" per "arrivare a un accordo sulle modalita con cui gli obiettivi per l'anno in corso verranno conseguiti" e per avviare "un sentiero di discesa del deficit coerente con gli impegni gia assunti da Governo e Parlamento italiani", fa sapere il governo in una nota con cui si impegna.
"I saldi di finanza pubblica rispetteranno i dettami del braccio preventivo del patto di stabilità e crescita", aggiunge palazzo Chigi. Meno netta però è la posizione dei due azionisti di maggioranza dell'esecutivo. "Gli italiani e i miei figli vengono prima di Bruxelles", dice Matteo Salvini che promette che 'quota 100', una delle misure nel mirino della Commissione, non sarà toccata. No a rivedere la riforma delle pensioni anche da parte di Luigi Di Maio, secondo cui "è inconcepibile mettere in croce un Paese con 6 milioni di disoccupati".