Uber torna a scontrarsi con le autorità locali. Stavolta ad entrare in disputa con il colosso della mobilità urbana è la città di Los Angeles, che dopo varie minacce ha deciso una volta per tutte di eliminare dalle proprie strade scooter e biciclette Uber, per l’esattezza della sussidiaria Jump, se non si deciderà a concedere all’amministrazione i dati raccolti con i noleggi. Si tratta, per intenderci, delle stesse bici rosse che sfrecciano da qualche tempo per le strade italiane.
Una violazione della privacy
Sono otto le compagnie che operano in città nel mercato dei mezzi in sharing e Uber è l’unica finora che si è rifiutata di stare alle regole, anzi, ha minacciato di denunciare l'amministrazione. “Le nostre specifiche di autorizzazione sono importanti al fine di garantire la sicurezza e la vivibilità dei nostri quartieri”, ha dichiarato a The Guardian il portavoce del Dipartimento dei Trasporti di Los Angeles Colin Sweeney. Dall’altra parte però, Uber, supportata dall’Elettronic Frontier Foundation, ha espresso grande preoccupazione per questa prassi ormai consolidata.
La difesa di Uber
“Riteniamo che i requisiti del Dipartimento dei Trasporti di Los Angeles per la condivisione di dati sensibili sulla posizione in tempo reale compromettano le aspettative dei nostri clienti in termini di privacy e sicurezza dei dati", ha dichiarato un portavoce di Uber in una nota lunedì, "esperti indipendenti della privacy hanno affermato chiaramente e ripetutamente che la geolocalizzazione di un cliente è un'informazione personale identificabile”. È per questo, continua a spiegare la nota, che Uber ha deciso di intraprendere una battaglia che potrebbe anche finire in tribunale, a meno che la città non si arrenda a ricevere un flusso di dati minore, “più ragionevole”. La città di Los Angeles finora ha approvato oltre 36 mila richieste di autorizzazione per veicoli da parte di diverse aziende di sharing e oltre duemila sono attualmente mezzi Jump.