Twitter ha calcolato che gli account falsi sulla sua piattaforma durante la campagna elettorale del 2016 hanno rilanciato i tweet del presidente americano Donald Trump quasi mezzo milione di volte. Il dato è stato riportato al Congresso americano, che sta indagando sulle possibili ingerenze russe durante la campagna elettorale delle ultime presidenziali.
La rete di bot, che la società aveva già ricondotto alla Internet Research Agency (Ira), agenzia russa molto vicina al Cremlino, avrebbe convidiso i messaggi dell'account @realDonaldTrump 470.000 volte, ovvero circa il 4% dei retweet totali ricevuti dall'allora candidato alla Casa Bianca tra il primo settembre e il 15 novembre 2016. Nello stesso periodo Hillary Clinton ha avuto circa 50.000 retweet dagli stessi account, ha detto Twitter alla commissione giustizia del Senato degli Stati Uniti.
La commissione ha evidenziato che questi account cercavano deliberatamente di infiammare il dibattito tra gli utenti durante le elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2016, provocando appositamente per creare discordia nelle discussioni. Le piattaforme dove la commissione sta investigando sono Twitter, Facebook, YouTube e Google. Il 31 ottobre scorso c'era stata una prima audizione, dove la commissione aveva chiesto a queste aziende di fornire tutti i dati in loro possesso per individuare possibili influenze straniere sui social media, e capire se e quanto siano stati compromessi i processi democratici. Questo dato di Twitter sugli account falsi è la risposta alla domanda di chiarimenti.
Twitter ha inoltre scoperto che gli account collegati alla Russia erano dietro a circa la metà dei retweet dei contenuti condivisi da WikiLeaks nello stesso periodo di tempo. WikiLeaks, durante la campagna elettorale, aveva pubblicato delle mail rubate dai server dei democratici, uno dei fattori che poi avrebbe determinato la sconfitta di Hillary Clinton.
L'attività di retwitt dei bot ha ottenuto circa 455 milioni visualizzazioni solo nei primi sette giorni della loro attività.
Ma il collegamento con il mondo politico russo e più in generale la versione di Twitter non convince tutti. Marco Camisani Calzolari, docente di Comunicazione digitale e fake news all'Università Europea di Roma: "Questa ammissione di Twitter suona un po' bizzarra: la società avrebbe potuto scoprire in pochissimo tempo interrogando i propri database quali sono gli account falsi e quali sono state le loro attività.
Queste informazioni sembrano essere rivelate con una tempistica un po' sospetta, quasi a tradire una logica di comunicazione precisa che porta ogni volta questo tema all'attenzione dei media, e quindi dell'opinione pubblica". Inoltre, spiega Camisani Calzolari, che siano società russe dietro questi account e' tutt'altro che appurato: "Ci sono siti che offrono servizi come retwitt, account falsi, bot, fatti da ragazzi che lo fanno per soldi".
Questi siti offrono 5mila retwitt per otto dollari in media: "Il quasi mezzo milione di retwitt ottenuti da Trump avrebbero richiesto un investimento di 800 dollari, un po' poco, e questo aggiunge altri dubbi alle dichiarazioni della societa' che sembrano essere di stampo squisitamente politico"