Donald Trump rilancia l’asse sovranista con le forze populiste che operano da questa parte dell’Atlantico, concentrandosi sul tema più caldo del momento: i migranti. Sotto accusa per la questione dei bambini latinos tenuti separati dai loro genitori, il Presidente degli Stati Uniti se la prende con Angela Merkel e la sua linea di apertura, che sposta il più importante Paese europeo su posizioni di tolleranza, se non di accoglienza.
"L’Europa non è più se stessa, è un campo profughi"
È stato "un grande errore, fatto in tutta Europa, consentire l'ingresso di milioni di persone” tuona Trump, secondo cui i migranti arrivati in questi anni "hanno cambiato in maniera incisiva e violenta la cultura europea". E promette: "Noi non vogliamo che quel che sta accadendo in Europa accada in Usa".
Immaginando proteste di piazza che non sono state registrate in questi ultimi giorni (come quando parlò di attentati avvenuti in Svezia che non erano mai esistiti), Trump afferma che "Il popolo tedesco si sta rivoltando contro la sua leadership mentre l'immigrazione scuote la già tenue coalizione di Berlino”.
Le First ladies contro i bambini tenuti in gabbia
Dalla First Lady americana all'Alto commissario dell'Onu: l'indignazione è globale contro la linea di "tolleranza zero" adottata dall'amministrazione Trump al confine con il Messico che separa i bambini migranti dai loro genitori. Ancor più dopo le testimonianze da cui emerge che i bambini sono rinchiusi in gabbie di metallo all'interno di enormi magazzini in Texas.
La prima a farsi avanti era stata la stessa First Lady Melania Trump: "La signora Trump odia vedere bambini separati dalle loro famiglie e spera che al Congresso repubblicani e democratici possano infine raggiungere un accordo per varare una riforma efficace dell'immigrazione", aveva detto alla Cnn la sua portavoce, Stephanie Grisham. Melania Trump "pensa che il Paese debba rispettare la legge ma che debba anche essere governato con il cuore".
Parole ancora più forti sono state spese dall'ex First Lady di un altro presidente repubblicano, Laura Bush, che ha definito il comportamento americano "crudele e immorale". "Io vivo in uno Stato di confine. Apprezzo la necessità di far rispettare e proteggere i nostri confini internazionali, ma questa politica di tolleranza zero è crudele. È immorale. E mi spezza il cuore", ha scritto in un intervento sulla Washington Post.
Anche i repubblicani hanno dei ripensamenti
Inizia a vacillare anche il fronte dei repubblicani. Sempre più esponenti del Grand Old Party prendono posizione e chiedeno uno stop alla Casa Bianca. Il senatore repubblicano Ben Sasse, del Nebraska, dalla sua pagina Facebook ha tuonato: “Il presidente dovrebbe mettere immediatamente fine alle separazioni delle famiglie” definendo queste politiche “un orrore”. Nella stessa direzione anche l’ex direttore della comunicazione della Casa Bianca, Anthony Scaramucci che ha detto alla Cnn: “Spero che tutto questo cambi. È un male per il partito repubblicano ed un male anche per il presidente. Vorrei vederlo rieletto”.
E l’Onu chiede di cessare immediatamente con le separazioni
L'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Zeid Raad Al Hussein, dal Consiglio per i diritti umani a Ginevra ha chiesto invece agli Stati Uniti di interrompere una pratica che giudica "inammissibile". "Il pensiero che qualsiasi Stato cerchi di scoraggiare i genitori infliggendo questi abusi ai bambini è inammissibile", ha dichiarato Al Hussein.