Donald Trump ci è riuscito: ha convinto il leader nordcoreano, Kim Jong-un, a incontrarlo al confine tra le due Coree. L'incontro sicuramente non risolverà la delicata questione nucleare della Corea del Nord; ma avrà un alto valore simbolico per i due Paesi che, appena un anno e mezzo fa, minacciavano l'uno l'annientamento dell'altro: mai un presidente degli Stati Uniti ha incontrato il più alto nordcoreano alla frontiera più emblematica della guerra fredda.
Dal momento che la zona demilitarizzata, la cosiddetta Dmz, è stata creata nel 1953, tutti i presidenti degli Stati Uniti (ad eccezione di George Bush padre) hanno visitato l'iconico confine, ma nessuno è riuscito a incontrare il leader nordcoreano. Trump potrebbe anche varcare la linea di frontiera, come ha detto lui stesso sabato a Osaka, e in tal modo diventerebbe il primo presidente a mettere piede in territorio nordcoreano.
La notizia che Kim aveva accettato il suo invito l'ha data lo stesso Trump a Seul. "Sto andando alla Dmz e incontrerò il presidente Kim", ha detto Trump durante la conferenza stampa congiunta con il presidente sud-coreano, Moon Jae-in, a Seul. Quello odierno "è un passo, forse nella direzione giusta", ha aggiunto con malcelato orgoglio. "Gliel'ho detto, mi ha risposto. Voleva farlo fin dall'inizio".
Nella notte, al villaggio sul confine inter-coreano di Panmunjom, i due emissari di Trump e Kim, si sono già incontrati: l'inviato speciale statunitense per la questione nord-coreana, Steven Biegun, e la vice ministro degli Esteri di Pyongyang, Choe Son-hui, hanno messo a punto i dettagli di quello che sarà il terzo incontro tra Trump e Kim. Ora è tutta un'incognita: il presidente degli Stati Uniti è già partito da Seul in elicottero e dovrebbe arrivare a breve nella zona demilitarizzata (DMZ), la terra di nessuno che separa i due Stati dopo la fine della guerra di Corea (1950-1953 ).
L'incontro apre la strada ad un gesto storico, il fatto che Trump sia invitato a fare pochi passi per attraversare la linea di frontiera. Kim aveva attraversato il confine l'anno scorso per stringere la mano al presidente sudcoreano, Moon Jae-in: era stato brevemente in territorio sudcoreano e i due avevano posato per le fotografie.
Ad alta valenza simbolica (anche in chiave interna, per Trump), l'incontro comunque non sarà sufficiente a superare i diversi punti di vista sulla denuclearizzazione della Corea del Nord. Washington chiede che Pyongyang rinunci in maniera definitiva al suo programma nucleare per levare le sanzioni internazionale, il giovane dittatore nordcoreano non ci pensa neppure. Di certo l'evento sarà destinato ai libri di storia. E per il presidente-miliardario, che non ha mai nascosto il sogno di ottenere il Premio Nobel per la Pace, sicuramente un buon viatico.