L'ex ceo di Danske Bank in Estonia, Aivar Rehe, è stato trovato morto nei pressi della sua abitazione dalla polizia di Tallin. L'uomo, scomparso da lunedì, aveva testimoniato nell'inchiesta internazionale sul riciclaggio di denaro sporco da 220 miliardi di dollari che ha coinvolto l'istituto danese. Rehe non era indagato.
Un portavoce della polizia ha riferito che "non vi sono segni di violenza sul corpo e nessuna indicazione che si sia trattato di un incidente". Circostanze per cui i media locali in queste ore parlano di suicidio.
Aivar Rehe era entrato nella filiale estone di Danske Bank nel 2007, diventando poi amministratore delegato, carica che aveva ricoperto fino al 2015. Un portavoce di Danske Bank ha dichiarato che l'istituto è rattristato dalla notizia: "I nostri pensieri sono con la famiglia", sottolinea in una nota la più grande banca della Danimarca.
L'inchiesta per riciclaggio è partita dagli Stati Uniti agli inizi del 2018, quando fu riscontrata una possibile operazione di riciclaggio. L'inchiesta si è poi allargata in altri Paesi - Gran Bretagna, Danimarca ed Estonia - per i pagamenti sospetti. Lo scandalo è incentrato sulla gestione del denaro proveniente dalla Russia, dall'Azerbaigian e dalla Moldavia. Il finanziere internazionale Bill Browder, oggi cittadino britannico e uno dei più feroci critici del presidente russo Vladimir Putin, ha a lungo affermato che la filiale estone di Danske era "uno dei principali canali legati alla frode".
Nel 2018 l'amministratore delegato della Banca danese, Thomas Borgen, si è dimesso a seguito di un'indagine sui pagamenti. A febbraio l'Estonia ha chiesto alla Danske Bank di chiudere la sua filiale a Tallinn prima della fine del 2019.