Un'offensiva su Tripoli contro le "milizie armate" fedeli al Governo di accordo nazionale riconosciuto dalla comunità internazionale è "questione di ore o di giorni". Lo ha assicurato un alto ufficiale del maresciallo Khalifa Haftar, confermando quanto anticipato dall'Esercito nazionale libico (Lna) fedele all'uomo forte della Cirenaica, che nelle ultime ore aveva parlato di battaglia finale "imminente".
Il Governo di Tripoli guidato da Fayez al Serraj, che aveva già espresso "preoccupazione" per gli annunci delle forze di Haftar, dicendosi pronto a respingere con forza e vincere ogni nuovo attacco nemico, ha bombardato dall'alto alcune posizioni dell'Lna.
Secondo quanto riferito da Sky News Arabia, il raid avrebbe causato diversi morti e feriti a Qasr Ben Gascir, 34 chilometri a sud di Tripoli, non lontano dall'Aeroporto internazionale (da non confondere con l'Aeroporto militare di Mitiga, situato a 5 chilometri a est della città). Secondo al-Arabiya l'area è teatro di violenti scontri. La località di Qasr Ben Gascir ospita inoltre un centro di detenzione per migranti, evacuati due settimane fa a causa degli scontri.
In un'intervista al quotidiano arabo con sede a Londra, Al Sharq al-Awsat, il generale Fawzi al-Mansouri, comandante Lna sul fronte di Ain Zara, ha assicurato la battaglia per la capitale "finirà molto presto" e ha definito la prossima offensiva "veloce e decisiva". "Le nostre forze sono completamente pronte", ha aggiunto. "Siamo solo in attesa delle ultime istruzioni dal maresciallo Haftar". Secondo il governo di Tripoli, il maresciallo libico, che assedia la città da inizio aprile, sarà aiutato in questa offensiva dalle forze di Francia, Egitto ed Emirati Arabi Uniti.
Intanto si registra un balzo dei prezzi del petrolio dopo il sequestro di una petroliera britannica nello Stretto di Hormuz da parte dell'Iran, ma anche in seguito alla chiusura di tre giorni del giacimento petrolifero di Sharara, il piu' esteso della Libia, che ha pero' ripreso oggi a pompare, seppur a metà della propria capacità produttiva. I guadagni sono stati pero' limitati dai nervosismi legati alle deboli prospettive economiche globali. A Londra il barile del Brent è balzato del 2,1% e passa di mano a 63,80 dollari mentre al Nymex il barile WTI avanza dello 0,96% e viene scambiato a 56,16 dollari al barile.