“Sulla Brexit dobbiamo voltare pagina. Mi spiace, ma non c’è alternativa. A tre anni e mezzo dal referendum, siamo tutti stanchi. Basta”. È l’esortazione di Tony Blair, l’ex premier britannico in un’intervista a la Repubblica nella quale dice anche che “ciò che è fatto è fatto” e quel che si deve fare d’ora in avanti “pensare a costruire un nuovo futuro” perché “nemmeno gli europei apprezzerebbero la nostra insistenza”. La mission, pertanto, è “riunire il Paese” e invita gli stessi europeisti inglesi ad essere “costruttivi, non infantili”.
E se anche un domani vi fosse un ritorno di Londra nell’Unione europea, Blair diche che “bisognerebbe farlo da una posizione di forza, non di inferiorità o, peggio, supplica”. L’ex premier britannico ragiona poi sul fatto che ora “ci attendono 11 mesi di negoziati complicatissimi con la Ue”, negoziati che “decideranno i rapporti futuri tra noi e l’Europa”.
Quindi auspica che “se dobbiamo divergere dalle regole europee, in nome di una Brexit più dura, almeno evitiamolo su temi fondamentali come sicurezza, difesa, ambiente, istruzione o la stessa Libia, dove tutta l’Europa, Londra inclusa, deve essere unita”. Altrimenti, in caso contrario, “ saranno guai per tutti” assicura Blair, secondo il quale “la Brexit è una scelta dolorosa” ma “almeno, conteniamo il dolore”, invita alla fine.