Unirsi ai 'Cinghiali' non è roba da fighetti. Persino in una parte del mondo in cui di fighetti non è che ne girino tanti. I ragazzini intrappolati dal 23 giugno nella caverna in Thailandia non sono fortunati e non lo erano nemmeno prima di ficcarsi nel guaio più grosso della loro vita.
La loro squadra, che in thai si chiama Moo Pa, raccoglie bambini e adolescenti dalle minoranze etniche e dalle comunità più svantaggiate in un'area di confine tra la Birmania, la Thailandia e il Laos. Molti di loro per andare a scuola nella regione di Mae Sai attraversano ogni giorno il confine. La società calcistica esiste da tre anni e ha 3 squadre: under 13, under 16 e under 19 per tenere i ragazzini lontano dalla strada. Il Guardian ha raccontato la loro storia.
In porta
Tra i pali c'è Ekkarat Wongsookchan, 14 anni, che tutti chiamano Bew. Quando ha cominciato non era un granché, ma negli anni è molto migliorato, grazie a una forte disciplina. Alla fine di ogni allenamento è lui che raccoglie l'attrezzatura della squadra. Con lui c'è il suo migliore amico, Pipat Bodhi, 15 anni, detto Nick. Non fa parte della squadra: si era unito agli allenamenti l 23 giugno solo per passare un po' di tempo con Bew. Alla fine molto più tempo di quanto avrebbe immaginato.
Prajak Sutham, 14 anni, detto Note. Il suo ruolo sarebbe di centrocampista, ma quando serve gioca in porta al posto di Bew. E' un 'novellino': gioca a calcio solo da due anni.
In difesa
Pornchai Kamluang, 16 anni, che tutti chiamano Tee.
Panumas Saengdee, 13 anni, detto Mick. E' il difensore ideale per la sua fisicità e la fluidità nei movimenti. Gli allenatori pensano di spostarlo in attacco perché 'stacca' bene, sa colpire di testa e dimostra almeno un paio d'anni più della sua età.
In centrocampo
Adul Sam-on è del Myanmar, va a messa e fa ogni giorno la spola attraverso il confine birmano-thalandese E questo potrebbe aver salvato lui e tutta la squadra perché è l'unico che parla inglese e che è riuscito a spiegare ai sommozzatori britannici che per primi hanno raggiunto i ragazzini quali erano le loro condizioni. E' il bambino più famoso del sud-est asiatico perché in un Paese dove solo il 30% della popolazione sa mettere insieme due parole di inglese, lui parla cinque lingue, tra cui thai, mandarino e burmese. Gioca come ala sinistra
Peerapat Sompiangjai, 16 anni, detto Night, ala destra
Sompong Jaiwong, 13 anni, detto Pong, ala destra
In attacco
Duangpetch Promthep, 13 anni, detto Dom, è un centravanti, ma soprattutto è il capitano. Di lui si dice che abbia ottime doti di leader e un grande senso dell'umorismo. E' stato invitato ai provini di squadre provinciali che nella regione hanno una certa importanza, come il Sukhothai FC e il Chiangrai United FC.
Chanin Wiboonrungrueng, 11 anni, lo chiamano Titan, ma è il più piccolo della squdara. Gioca da quando aveva sei anni e gli allenatori dei Cinghiali lo notarono tre anni fa durante una partitella a scuola.
Nattawut Takamsai, 14 anni, detto Tle.
In prova
Mongkol Boonpiam, 14 anni, è conosciuto come Mark e in quella grotta, un po' come Nick, non doveva nemmeno esserci. E' solo in prova con la squadra anche se è un giocatore provetto: si allena da quando era all'asilo e ama così tanto il pallone che indossa solo magliette da calcio. Sua madre Namhom è convinta che si salverà.
L'allenatore
C'è chi pensa che Ekaphol Chantawong andrebbe processato e chi crede che senza di lui i ragazzi non ce l'avrebbero fatta. Certo è che questo ex monaco buddista di 25 anni che lasciò il sacerdozio per prendersi cura della nonna è la persona che il 23 giugno ha portato i ragazzini nella grotta. Ma è anche colui che è stato di conforto e ha insegnato la meditazione per conservare energie e soprattutto ossigeno. Quando i sommozzatori hanno portato ai genitori le lettere dei ragazzi, hanno consegnato anche una di scuse di Chantawong. Il portavoce del governo, Werachon Sukondhapatipak, ha detto al Guardian ”nessuno parla di incriminarlo".