Le tensioni tra Russia e Ucraina nello stretto di Kerch - dove Mosca ha sequestrato tre navi della Marina di Kiev - sono esplose in un punto strategico della regione non solo per i due Paesi vicini, ai ferri corti dal 2014, ma anche per il mercato globale. Lo Stretto è l'unico passaggio dal Mar Nero al Mare di Azov; è percorso da un ponte di quasi 20 chilometri, inaugurato quest'anno e voluto personalmente da Vladimir Putin, che unisce fisicamente la Russia alla Crimea, la penisola ucraina annessa dalla Federazione con un referendum mai riconosciuto dalla comunità internazionale.
Nel Mare di Azov, sia i russi che gli ucraini potrebbero navigare liberamente, in base a un trattato del 2003, che stabilisce per quella zona lo status di acque internazionali. Infrastruttura dai costi e sforzi faraonici, il ponte è considerato un obiettivo sensibile da Mosca, che di fatto ora controlla lo Stretto, tra le preoccupazioni e denunce di Kiev secondo cui la avveniristica infrastruttura viene usata per ritardare il passaggio delle sue imbarcazioni, creando danno all'economia nazionale ed esercitando pressione politica.
Gli occhi dei separatisti su Mariupol
Sulle rive del Mare di Azov si affacciano anche importanti porti ucraini, tra cui Mariupol: si tratta della città controllata dal governo più vicina alle regioni separatiste e filo-russe di Donetsk e Lungask. Su Mariupol non si sono mai sopite le mire dei vicini separatisti filo-russi dell'autoproclamata repubblica di Donetsk. Oltre 10 mila persone sono state uccise in quattro anni di conflitto tra le forze governative e le milizie ribelli, in questa zona dell'Ucraina orientale. Conquistare Mariupol, per i separatisti significherebbe garantirsi la continuita' territoriale con la Crimea e soprattutto con la Russia, considerata da Kiev il loro sponsor finanziario e militare.
Ma lo Stretto di Kerch è anche un crocevia importante per il commercio globale di commodity, come il grano. Si tratta del canale principale di export per il grano del Mar Nero, ma anche per petrolio, minerali e legname (secondo un rapporto del 2017 del centro studi britannico Chatham House). La Russia ha esportato quasi 7 milioni di tonnellate metriche di grano e legumi dai porti del Mare di Azov, nei primi sette mesi dell'anno, secondo i dati del dipartimento dell'Agricoltura Usa. Le sue acque poco profonde, sono usate principalmente da piccole imbarcazioni per rifornire la Turchia di grano russo e ucraino dai porti rispettivamente di Rostov-sul-Don e Azov e da quelli di Berdyansk e Mariupol. Questi ultimi due, coprono circa il 9% del totale delle esportazioni dell'Ucraina.
Come è nato lo scontro?
Tre navi ucraine, dirette dal Mar Nero verso lo Stretto, non hanno chiesto il permesso di transito per dirigersi al porto di Mariupol, un gesto che le autorità russe considerano un affronto in grado di provocare "un conflitto regionale". Kiev ha da parte sua accusato la Russia di aver aperto il fuoco, ferendo due marinai, e di aver sequestrato le tre navi della flotta navale ucraina. Secondo Kiev il rimorchiatore, che trainava le altre due navi, è stato speronato nonostante Mosca fosse stata avvertita in anticipo del passaggio. Il presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha convocato una riunione d'emergenza con i vertici militari e ha firmato un decreto che introduce la legge marziale per 60 giorni.
L'annuncio della chiusura dello stretto è stato dato dalla società che gestisce il traffico marittimo nella zona della Crimea. "Il passaggio attraverso lo Stretto di Kerch per navi civili è chiuso", ha comunicato Alexei Volkov, amministratore delegato dei porti marittimi crimei. Erano stati i servizi segreti dell'Fsb, il Servizio di Sicurezza Federale, l'ex Kgb, a denunciare lo sconfinamento e sostenere che le navi ucraine avevano "manovrato pericolosamente" e non si erano "assoggettate agli ordini delle autorita' russe". L'Fsb, che ha accusato l'Ucraina di voler provocare "un conflitto nella regione", ha aggiunto di aver preso "tutte le misure per garantire la sicurezza della navigazione". Dal canto suo, la Marina ucraina ha denunciato che una lancia dei guardiacoste russi, il Don, ha speronato uno dei suoi rimorchiatori, il cui motore e lo scafo sono rimasti danneggiati. E anche questa per Kiev è "una provocazione".