È l'ennesima strage in un liceo negli Stati Uniti. Questa volta a Santa Fe, nel Texas, dove uno studente 17enne, Dimitrios Pagourtzis, si è presentato armato e ha fatto fuoco, uccidendo almeno dieci persone e ferendone undici, tra cui un agente. La polizia è riuscita ad arrestarlo, dopo averlo ferito. Con lui è stato fermato anche un complice.
Il presidente americano Donald Trump, "afflitto per la grave perdita di vite umane", si è detto "determinato a fare tutto il possibile per fermare le sparatorie".
We grieve for the terrible loss of life, and send our support and love to everyone affected by this horrible attack in Texas. To the students, families, teachers and personnel at Santa Fe High School – we are with you in this tragic hour, and we will be with you forever... pic.twitter.com/LtJ0D29Hsv
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 18 maggio 2018
La dinamica
Qualche minuto dopo le 8 (le 14 in Italia) nel liceo pubblico di Santa Fe, frequentato da 1.400 studenti, è scattato l'allarme antincendio: i ragazzi si sono precipitati all'esterno. Qui li attendeva Pagourtzis che ha scaricato su di loro il suo fucile a pompa. Una valutazione iniziale dello sceriffo della contea di Harris, Ed Gonzalez, riporta da 8 a 10 morti, tra loro studenti e insegnanti. Secondo la Cnn, nove studenti e un insegnante sono stati uccisi: questo si confermerà il bilancio finale. Degli 11 feriti, sei hanno già lasciato l'ospedale.
Nel giro di pochi minuti l'edificio è stato circondato dalle forze dell'ordine. "Un incidente si è verificato questa mattina in una scuola superiore che coinvolge un uomo armato, l'incidente è ancora in corso ma è sotto controllo, ci sono dei feriti", ha pubblicato la scuola sul proprio sito. Nell'edificio gli artificieri hanno scoperto anche dell'esplosivo sia nella casa che nell'auto del killer.
L'attentatore
Dimitrios Pagourtzis, un 17enne dello stesso liceo che giocava nella squadra di football, nei giorni scorsi aveva postato sulla propria pagina Facebook dei simboli che inneggiano al nazismo, e una maglietta nera con la scritta bianca "born to kill" (nato per uccidere). Uno studente del liceo ha detto a un'emittente locale che Dimitrios Pagourtzis veniva molestato dalla squadra di football e che stava sempre da solo.
Il governatore del Texas, Greg Abbott, durante una conferenza stampa, ha detto che il diciassettenne aveva pianificato di suicidarsi dopo la strage. è stato trovato dell'esplosivo nella sua auto e nella sua abitazione. Pagourtzis, recentemente aveva postato su Facebook, la foto di una maglietta con la scritta "born to kill", ovvero "nato per uccidere". Su Facebook dopo la sparatoria è apparso un falso profilo di Pagourtzis, con una foto in cui indossa un cappellino elettorale di Hillary Clinton. Il profilo è stato poi rimosso.
L'emergenza armi nelle scuole
Nel 2018, nelle scuole degli Stati Uniti in media c'è stata una sparatoria alla settimana. A dipingere il quadro un'analisi della Cnn, che dimostra come nelle prime 20 settimane dell'anno si siano registrati 22 casi di uso di armi da fuoco in istituti scolastici.
Solo sette giorni fa, in California, a Palmdale, un ex studente ha aperto il fuoco nella sua vecchia scuola. L'ultima, prima di quella di oggi, ha causato una vittima un mese fa in Maryland, dove a perdere la vita è stato l'autore della sparatoria, mentre il 7 marzo in Alabama a morire è stata una studentessa di 18 anni. E poi ancora in Virginia, in Mississippi, in Georgia. Una piaga che quest'anno ha toccato tutti gli Stati Uniti, da est a ovest, da nord a sud. L'episodio più sanguinoso il 14 febbraio: la strage di San Valentino in un liceo della Florida, a Parkland, dove sono state uccise 17 persone. Altre sparatorie, senza feriti o morti, sono avvenute in Florida, in Missouri, nello stato di New York.