Spagna con il fiato sospeso, alla vigilia delle elezioni parlamentari, le quarte in quattro anni: elezioni che si tengono nel segno di un'impasse politica perdurante, le tensioni indipendentiste e l'emergere dell'estrema destra.
Il voto non sembra capace di poter cambiare le carte in tavola: tutti i sondaggi, anche quelli che negli ultimi giorni i partiti hanno visto ma non hanno potuto rendere pubblici, mostrano una situazione ancora più complessa di quella delle ultime elezioni, appena sei mesi fa, il 28 aprile (quando il blocco progressista era uscita vincitore e Vox si era fermato a 24 deputati): i due blocchi sembrano destinati al testa a testa, con la destra leggermente rafforzata e la sinistra indebolita.
Dopo i comizi di chiusura della campagna elettorale, venerdì sera, la giornata odierna è stata dedicata alla riflessione. I leader politici sono stati a riposo o in famiglia, anche se il premier, Pedro Sanchez, ha trascorso la giornata alla Moncloa, presiedendo il cosiddetto comitato di sorveglianza sulla situazione in Catalogna.
El domingo los demócratas tenemos una herramienta infalible para frenar a la ultraderecha, para romper el bloqueo y seguir ampliando derechos y libertades, para ganar el futuro y hacer que España avance sin dejar a nadie atrás. Nuestro voto.
— Pedro Sánchez (@sanchezcastejon) November 8, 2019
El #10N,#VOTAPSOE. #VotaConElCorazón❤️ pic.twitter.com/zN9fWcwu5F
La piattaforma indipendentista Tsunami Democratic aveva convocato a Barcellona un raduno con spettacoli e interventi vari nella centralissima Plaza de la Universidad e eventi in altri 300 comuni. Riuniti in un'atmosfera festosa, si sono dati appuntamento centinaia di indipedentisti ma non ci sono state tensioni.
Quello catalano e' un conflitto politico che va avanti da mesi, condito da rivolte per le strade di Barcellona e che è stato riattizzato a ottobre dalla condanna di nove leader separatisti a pesanti pene detentive, per il loro coinvolgimento nel tentativo di secessione del 2017. Una situazione che ha dato le ali all'estrema destra di Vox, che vuole sospendere l'autonomia della regione catalana, mettere fuorilegge i partiti separatisti e arrestare il presidente regionale, Quim Torra. E con un folgorante aumento di consensi negli ultimi 12 mesi, secondo i sondaggi, potrebbe passare dagli attuali 24 seggi a circa 50.
Pido el voto por todo lo que nos une a los españoles, para superar esta etapa de división y crisis. Contigo sumamos una nueva mayoría de cambio para garantizar la unidad nacional y la prosperidad. Por el futuro de España y de los tuyos, #VotaPP pic.twitter.com/iic8Aiu1C2
— Pablo Casado Blanco (@pablocasado_) November 8, 2019
Sanchez, che si è presentato come il garante della stabilità, si aspetta una vittoria ma senza una maggioranza assoluta mentre il popolare Pablo Casado tenterà la rimonta (incassò ad aprile il peggior risultato della sua storia, 66 deputati su 350). Al Psoe sono comunque convinti di essere cresciuti nell'ultima fase della campagna e puntano sugli indecisi e delle donne mobilitate contro Vox. Per quest'ultimo, intanto, sono arrivati gli auguri di Matteo Salvini attraverso il suo profilo Twitter.
Alle elezioni spagnole di questa domenica mi auguro di cuore un grande risultato per l’amico Santiago Abascal e per @vox_es! Forza!
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) November 9, 2019
Un abbraccio dall’Italia #EspañaSiempre @Santi_ABASCAL pic.twitter.com/lAsRNRwVpR
L'ascesa di Vox fa piazza pulita comunque del messaggio che era uscito dal voto di aprile, quando la Spagna da sola (con l'unica eccezione del Portogallo) era riuscita a frenare l'ascesa dell'estrema destra, in forte espansione in tutti i Paesi vicini. Adesso, la formazione di Santiago Abascal ha avuto una seconda, inattesa possibilità, con il dono ulteriore di votare in piena crisi catalana, suo terreno fertile. E puo' davvero essere essere la grande rivelazione del voto di domani.