I narcos usano anche i sommergibili per trasportare cocaina. Un mezzo subacqueo è stato intercettato dalle forze di sicurezza del Costa Rica nel Pacifico, con un carico di due tonnellate di droga. Arrestati i due colombiani che manovravano il sottomarino e che sono stati feriti nelle fasi della cattura.
Il mezzo si era incagliato sulla spiaggia di Llorona nel Parco nazionale di Corcovado, e un terzo componente dell'equipaggio è riuscito a dileguarsi sulle montagne della zona.
I primi prototipi di narco-sommergibili, riporta il sito Nautica Report, datano al 1993: erano semi-sommergibili in quanto non potevano immergersi totalmente, ma fino alla cabina di guida e i gas di scarico avevano gli scappamenti oltre il pelo dell'acqua. Gli ultimi narco-sottomarini sono invece completamente sommergibili, progettati specificamente per essere difficili da rilevare anche da radar, sonar e sistemi a infrarossi.
Il traffico via mare è nato con il trasporto di dimensioni imponenti avviato dai narcos, e in particolare da Pablo Escobar, negli anni '80. All'epoca alle barche veloci, la scelta migliore per il contrabbando in molte parti del mondo, si affiancavano aerei piccoli e medi che volavano a bassa quota e spesso venivano abbandonati sulle piste improvvisate nelle quali atterravano. Ma l'11 settembre ha cambiato le regole e anche volare a poche decine di metri di altezza non era più una garanzia di successo. D'altro canto le barche veloci potevano essere rilevate dai radar e fu così che i cartelli colombiani della droga svilupparono il progetto del semi-sommergibile.
La prima volta che la US Coast Guard ne intercettò uno, venne soprannominato Bigfoot perché se ne era sentito parlare, ma nessuno li aveva mai visti effettivamente. Era la fine del 2006 quando un fu sequestrato a sud ovest del Costa Rica mentre trasportava diverse tonnellate di cocaina. Nello stesso periodo funzionari statunitensi ne individuarono altri 3 e nel 2008, ne furono individuati una decina dieci al mese. Pochi però i sequestri, circa un decimo degli avvistamenti, anche perché, una volta intercettati, gli equipaggi riuscivano ad affondare l'imbarcazione in circa un minuto.
Il rapportro costo-benefici dell'operazione narco-sub era assolutamnete vantaggioso: i semi-sommergibili costavano fino a due milioni di dollari ciascuno, ma potevano generare con un solo viaggio più di 100 milioni di dollari. Nel 2009, gli Stati Uniti rilevarono 60 trasferimenti con i narco-sub e si calcolò che i battelli muovevano circa 330 tonnellate di cocaina all'anno.
Dopo il 5 novembre 2010, con l'arresto di Harold Mauricio Poveda, il principale collegamento messicano-colombiano, si scoprì che dietro la costruzione dei narco-sommergibili c'erano le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) che collaboravano con il cartello di Sinaloa per finanziare le proprie attività armate.
La costa colombiana del Pacifico, dove i fiumi fangosi sfociano in mare, è stata a lungo il paradiso dei contrabbandieri. Dietro le scogliere frastagliate che si protendono in mare c'è una vasta giungla, fatta di insenature di mangrovie e di migliaia di chilometri di corsi d'acqua, luoghi adatti per cantieri clandestini. La capacità logistica e quella di nascondere le attrezzature, comprese quelle pesanti come motori e gruppi elettrogeni nel cuore della giungla, ha sorpreso i vertici della Marina colombiana.
I narco-sommergibili possono essere costruiti in un anno e alcune imbarcazioni sono monouso: destinate ad essere abbandonate in mare dopo la consegna. Per alcuni viaggi di andata, però, è previsto anche un ritorno, con la scafo pieno di armi destinate ai cartelli e ai guerriglieri.
Le tecniche di progettazione e fabbricazione impiegate nella costruzione dei narco-sub sono migliorate nel corso del tempo. Le barche sono diventate più veloci e con più capacità di carico. Un narco-sommergibile lungo poco più di 18 metri è in grado di raggiungere una velocità di 18 km/ h trasportando fino a 9 tonnellate di cocaina.
I battelli sono realizzati in vetroresina, alimentati da un motore diesel da 300 o 350 CV e con un equipaggio di quattro persone. Hanno abbastanza spazio di carico per trasportare dalle 2 alle 10 tonnellate di cocaina, grandi serbatoi di carburante che danno loro una autonomia di 3.200 km e sono dotati di navigazione satellitare. Non vi è wc e la sistemazione è molto stretta, gran parte della loro struttura è in fibra di vetro e un nuovo modello del tubo di scarico raffreddato lungo la parte inferiore, prima dello sfiato, rende la barca ancora meno rilevabile ai raggi infrarossi. Sono più facilmente individuabili dal cielo, sebbene siano dipinti di blu e non lasciano alcuna scia.
Ma con gli anni i narcos hanno fatto passi da gigante nello sviluppo della tecnologia e sono arrivati a riprodurre veri e propri sottomarini in grado di lunghe permanenza completamente immersi. E' il caso di una imbarcazione d'acciaio di 30 metri costruita in un magazzino fuori Bogotà. Era a doppio scafo e potrebbe aver viaggiato per quasi 4.000 km a 100 metri di profondità e avere trasportato dalle 140 alle 180 tonnellate di cocaina.
Il 3 luglio 2010 le autorità dell’Ecuador sequestrarono, completamente funzionante, un mezzo completamente sommergibile nella giungla al confine con la Colombia. Aveva un motore diesel e uno elettrico e uno scafo in fibra di vetro e Kevlar lunga 31 metri di lunghezza e alta 3, una torre di pilotaggio con periscopio e aria condizionata. Aveva una capacità di circa 10 tonnellate di carico, un equipaggio di cinque o sei persone e poteva immergersi completamente a 20 metri di profondità con una lunga autonomia.
Il 14 febbraio 2011 un altro sommergibile in fibra di vetro e Kevlar fu sequestrato dalla marina colombiana: era lungo 31 metri ed era nascosto nel fitto della giungla in Timbiqui, nel sud-ovest della Colombia. Era in grado di viaggiare 9 metri sott’acqua e di trasportare quattro persone e 8 tonnellate di carico.