"Entro pochi giorni" l'Isis in Siria sarà "definitivamente sconfitto" e sarà annunciata la fine del califfato. Lo hanno assicurato le forze curde sostenute dagli Usa, dopo che ieri il presidente americano, Donald Trump, aveva avvertito di attendersi tale annuncio entro 24 ore. Il comandante della milizia delle Forze democratiche siriane, Jia Furat, ha comunicato che si è ulteriormente ridotto a poco più di mezzo chilometro quadrato il fazzoletto di terra ancora controllato dall'ultima sacca di resistenza del gruppo jihadista a Baghuz, nella provincia orientale di Deir Ezzor.
"Vogliamo confermare che Baghuz è all'interno del poligono di tiro. In questi giorni, l'Isis è assediata in un quartiere di 700 metri di lunghezza per 700 metri di larghezza", ha spiegato l'ufficiale curdo. "In brevissimo tempo, non più di qualche giorno, annunceremo ufficialmente la fine dell'esistenza dell'Isis", ha garantito Furat. A rallentare l'offensiva finale, la scoperta, definita "sorprendente", di un "grande numero di civili" ancora intrappolati nell'ultimo avamposto jihadista. "Non ci aspettavamo questo grande numero di civili emersi dai tunnel" scavati dall'Isis, "altrimenti non avremmo ripreso l'offensiva, che per questo sta subendo dei ritardi", ha spiegato un portavoce della milizia curda.
I dubbi di Berlino sul ritiro degli Usa
Da Monaco di Baviera, intervenendo alla Conferenza sulla sicurezza globale, il vice presidente Usa, Mike Pence, ha assicurato che Washington "continuerà a lavorare con tutti i suoi alleati per stanare ovunque i superstiti dell'Isis", anche dopo che il califfato sarà dichiarato sconfitto in Siria. Ma l'annunciata intenzione di Trump di ritirare i militari americani dal Paese in breve tempo continua a preoccupare gli alleati. Parlando dallo stesso palco, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha messo in dubbio che "l'improvviso e rapido ritiro degli Usa dalla Siria" sia una buona idea, avvertendo che finirà invece per rafforzare la capacità di Iran e Russia di esercitare la loro influenza" nella regione.
A tal proposito, nel botta e risposta con la cancelliera, Pence ha esortato nuovamente l'Europa a seguire l'esempio degli Usa e a ritirarsi dall'accordo sul nucleare iraniano. "È arrivato il momento per i nostri partner europei di ritirarsi dall'intesa e unirsi agli Usa nella pressione su Teheran", la "pressione economica e diplomatica è necessaria per dare al popolo iraniano, alla regione e al mondo la pace, la sicurezza e la libertà che meritano", ha avvertito il vice di Trump.