Più di 350 mila morti, almeno la metà della popolazione sradicata e un Paese in rovina: innescata nel marzo 2011, la rivolta in Siria contro il regime di Bashar Al Assad si è trasformata in una guerra devastante e complessa. Giovedi 15 marzo sono 7 anni dall'inizio di una guerra che non trova soluzione e che ha lasciato "dietro di sè una tragedia umana colossale", come ha dichiarato sabato scorso l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) Filippo Grandi.
Le vittime: 350 mila
Impossibile avere un bilancio preciso sulle vittime, ma le stime dell'Onu e delle ong oscillano tra i 350mila e il mezzo milione di morti. Nel paese, che contava circa 23 milioni di abitanti prima del conflitto, circa la metà della popolazione è stata costretta a lasciare le proprie case a causa dei combattimenti. L'ong francese Handicap International, particolarmente allarmata dalle devastazioni, ha riportato nel 2017 un milione di feriti.
I rifugiati: 5,4 milioni
Dall'inizio del conflitto più di 5,4 milioni di siriani sono fuggiti all'estero, molti dei quali cercano rifugio nei Paesi limitrofi, secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. La Turchia ospita il maggior numero di siriani registrati dall'Unhcr, oltre 3,3 milioni. In Libano la vita è una lotta quotidiana per quasi un milione di rifugiati siriani che vivono senza risorse finanziarie, sottolinea ancora l'Unhcr. Seguono la Giordania (657 mila registrati dall'Unhcr, ma 1,3 milioni secondo le autorità), l'Iraq (oltre 246 mila) e l'Egitto (126 mila siriani). Centinaia di migliaia di siriani si sono riversati in Europa, inclusa l'Italia.
13 mila impiccati. 17,7 morti in carcere. 60 mila morti sotto tortura
Nel 2017 Amnesty International ha accusato il regime siriano di aver impiccato circa 13 mila persone tra il 2011 e il 2015 nella prigione Saydnaya vicino a Damasco, denunciando una "politica di sterminio". Le impiccagioni si aggiungono alle 17.700 persone uccise nelle carceri del regime. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, almeno 60 mila persone sono morte sotto tortura o a causa delle terribili condizioni di detenzione nelle prigioni del regime di Assad. Mezzo milione di persone sono state rinchiuse nelle prigioni del potere dall'inizio della guerra, secondo l'Osservatorio. Inoltre, sempre secondo l'ong, "migliaia di persone" sono morte nelle prigioni di gruppi ribelli e jihadisti.
183 miliardi di perdite legate alla guerra
Secondo gli esperti, il conflitto ha comportato una recessione di trent'anni per l'economia siriana, le cui infrastrutture sono praticamente distrutte. La produzione di petrolio è ridotta a nulla. L'energia è il settore più colpito ma nessuna attività è stata risparmiata. Nel luglio 2017, la Banca mondiale (WB) ha stimato il costo delle perdite legate alla guerra a 183 miliardi di euro, l'equivalente di quattro volte il Pil prima del conflitto. "La guerra in Siria sta distruggendo il tessuto sociale ed economico del Paese", ha affermato il vicepresidente per il Medio Oriente e il Nord Africa della Banca mondiale. Il conflitto ha danneggiato o distrutto il 27% del patrimonio abitativo e circa la metà dei centri medici e scolastici.
Secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Och), "più di 13 milioni di persone hanno bisogno di aiuto e protezione, mentre il 69% della popolazione vive in condizioni di estrema povertà". Secondo l'Unhcr, 2,9 milioni di persone sono in zone difficili da raggiungere e città assediate.