Elementi armati delle cosiddette "milizie di autogestione curda" hanno imposto la chiusura di alcuni istituti scolastici che fanno capo alle locali comunità cristiane sire e assire, nella Siria nord-orientale. Il fatto è avvenuto ieri, a Qamishli, nella provincia siriana nord-orientale di Hassaké.
Secondo informazioni diffuse da ankawa.com e riportate da Fides, le scuole cristiane sono state chiuse per non aver implementato i nuovi curricula scolastici imposti dalle forze autonomiste curde del cosiddetto "autogoverno autonomo della Regione di Jazira", e che prevedono anche l'insegnamento obbligatorio della lingua curda in tutti gli istituti scolastici.
Le milizie autonomiste curde hanno anche disperso con colpi di arma da fuoco una manifestazione di protesta dei genitori degli alunni, che si erano radunati spontaneamente davanti alla chiesa siro-ortodossa di Qamishli dedicata alla Vergine Maria per protestare contro la chiusura delle scuole cristiane.
Una recente disposizione del Partito dell'Unione democratica (PYD, sigla politica curda affiliata al PKK) ha chiesto a tutte le comunità locali di conformare i programmi delle rispettive scuole ai nuovi programmi scolastici ispirati all'autonomismo curdo. Nei primi giorni di agosto, le forze curde avevano già chiuso una scuola cristiana nella città di Derbiseye, dopo che la dirigenza dell'istituto scolastico si era rifiutata di adottare il curriculum scolastico fondato sull'insegnamento della lingua e della cultura curda.
Le comunità assire chiedono aiuto a Mosca
"Sigle organizzate della diaspora cristiana assira in Occidente, come la Federazione Assira olandese (AFN) - riporta l'agenzia dei missionari - hanno preso l'iniziativa di contattare ambienti diplomatici di Mosca per fornire informazioni e sensibilizzare anche il governo e gli apparati russi riguardo alle iniziative unilaterali messe in atto dai gruppi militari curdi. È stato segnalato, tra le altre cose, che le milizie curde locali hanno invaso i villaggi di Tel Jazira e Tel Baz, accompagnati da ufficiali curdi del PKK.
Dall'aprile 2018 più di centocinquanta rifugiati curdi di Afrin sono stati ospitati nel villaggio assiro di Tel Nasri. Le locali comunità assire temono che tali iniziative segnino un processo di progressiva acquisizione di terre e case appartenenti alle famiglie cristiane da parte delle forze curde. In quell'area agiscono anche gruppi armati, spesso in competizione e in contrasto tra loro, che si presentano come forze di protezione e autodifesa delle comunità cristiane locali, finendo spesso per rendere ancora più intricata la situazione sul campo".