I processi che vedono alla sbarra i tre presunti componenti la banda che ha sequestrato Silvia Romano il 20 novembre 2018 nel villaggio di Chakama a 80 chilometri da Malindi, in Kenya, sono stati accorpati.
La decisione è arrivata oggi dal giudice Julie Oseko, della Corte di Malindi, dove è comparso Ibrahim Adan Omar, arrestato nel mese di dicembre e trovato in possesso di un fucile mitragliatore e numerose munizioni. Omar si ritiene sia uno degli esecutori materiali del sequestro.
Il giudice ha accolto, dunque, la richiesta di accorpamento del procuratore Alice Mathangani. Tutto rinviato al 30 agosto, quando riprenderà anche il processo ai due arrestati il giorno di Santo Stefano, Gababa Wario e Moses Luwali Chembe. Quest'ultimo è accusato di aver acquistato le motociclette servite per il rapimento e di essere il basista.
L'uomo, durante l'udienza del 30 luglio, è stato riconosciuto dal venditore delle moto che ha anche esibito, davanti alla Corte di Malindi, la ricevuta della vendita. L'altro imputato - tutte e tre sono rei confessi - Gababa Wario, invece, non è stato riconosciuto dai testimoni. Nell'udienza dal 30 agosto, come scrive il portale degli italiani a Malindi, malindikenya.net, verranno ascoltati 17 testimoni.
La vicenda del rapimento di Silvia Romano, della quale non si sa più nulla da mesi - gli inquirenti mantengono uno stretto riserbo - viaggia su due binari differenti. Da una parte proseguono con un rinnovato slancio le indagini e le ricerche della giovane volontaria italiana, anche grazie alla collaborazione, diventata più fattiva, tra le autorità italiane, i carabinieri del Ros e i servizi, e quelle del Kenya. Dall'altra il processo ai tre componenti della banda composta da 8 persone, cosi' ritengono gli inquirenti, che hanno rapito Silvia Romano. Difficile, tuttavia, che il 30 agosto si arrivi a una sentenza.