Il presidente del Governo di accordo nazionale libico, Fayez al Serraj, "potrebbe non partecipare direttamente alla Conferenza di Berlino e limitarsi a inviare una delegazione se non verranno rispettate alcune sue condizioni". Lo dichiarano all'AGI fonti informate del governo di Tripoli. Tra le condizioni, la partecipazione di Qatar e Tunisia, richieste da Al Serraj e al momento non considerate dalla Germania.
Haftar a Putin: "Pronto a parlare di pace"
Al summit di domenica appare invece confermata la presenza del generale libico Khalifa Haftar, uomo forte della Cirenaica e avversario di Serraj, che ribadisce la disponibilità a parlare di pace in Libia in una lettera inviata al presidente russo, Vladimir Putin. "Presidente - scrive Haftar- la ringrazio per lo sforzo ed esprimo il mio pieno sostegno all'iniziativa russa sull'avvio di negoziati di pace a Mosca, (iniziativa) che dovrebbe portare alla pace in Libia".
Haftar e Serraj, "sono ancora riluttanti a stare insieme nella stessa stanza, figuriamoci ad avere colloqui diretti", è l'amara constatazione del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, nella conferenza stampa di inizio anno a Mosca.
Di Maio: "Abbiamo perso terreno in Libia perché non abbiamo fornito armi"
Lavrov ha inoltre annunciato che prima dell'inizio della conferenza ha in programma la mattina a Berlino un incontro con il suo omologo italiano, Luigi Di Maio, il quale ha affrontato il tema della crisi Libica in un'intervista allo Spiegel, nel quale ha affermato che "l'Europa e l'Italia hanno perso terreno in Libia per una sola, semplice, ragione: non eravamo disposti a fornire armamenti ai belligeranti".
"Le forniture di armi devono finire. E si deve impedire che altri mercenari entrino nel Paese. Il vero problema è che nell'Unione europea abbiamo permesso a così tanti altri Paesi di coinvolgersi in Libia. Ma ora è giunto il tempo per attori con interessi diversi di lavorare insieme", spiega ancora il capo della Farnesina al settimanale tedesco, avvertendo che "l'Ue è quella che rischia di perderci di più nel conflitto".
"Pensate soltanto ai 700 mila migranti nel Paese. Se la guerra dovesse subire un'escalation, anche la situazione umanitaria peggiorerà e molti verranno in Europa", ha aggiunto. A proposito dell'appuntamento di Berlino, il capo della Farnesina sottolinea che "la Germania ha atteso con grande attenzione il momento giusto per la conferenza. Non si trattava solo di creare una photo-opportunity carina. La Germania ha anche avuto la lungimiranza di guardare oltre i partner europei. L'incontro tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente russo Vladimir Putin è stato fondamentale per disinnescare la situazione".
La cancelliera tedesca ha, da parte sua, incontrato oggi a Istanbul l'altro attore chiave della partita: il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Tra le questioni affrontate, non solo il conflitto in Libia ma anche la situazione in Siria, a cominciare da una possibile conferenza internazionale in tema che si era pensato da far svolgere entro febbraio. Tra gli altri temi sul tavolo la crisi iraniana e i migranti. Non ultimo, c'è la richiesta di Ankara di aprire in Germania tre scuole turche.