Bagno di sangue al Festival Gadhimai: da oggi e fino al 5 dicembre, decine di migliaia di animali vengono sacrificati in onore della dea indù del potere. "Gadhimai Mela" è una celebrazione rituale a prevalenza di fedeli indiani che si svolge ogni cinque anni nel villaggio nepalese di Bariyarpur, al confine con l'India.
Più di 200 macellaia pronti, coltelli affilati, sciamani e migliaia di fedeli che durante tre giorni, tra canti e preghiere, prendono parte alle cerimonie tradizionali nel corso delle quali bufale, capre, pecore, ratti, piccioni e pollami vengono sacrificati con metodi brutali. Sciamani procedono all'offerta del sangue degli animali, prelevato in cinque punti del loro corpo, portandoli a una morte lenta e dolorosa.
L'edizione del 2009, che costò la vita a 200 mila animali, fu definita "il più grande sacrificio al mondo". Anche quest'anno è svanita la speranza di vedere tramontare questa tradizione plurisecolare. Il festival Gadhimai viene celebrato nonostante un bando emesso nel 2015 da autorità religiose e che la Corte suprema del Nepal ha trasmesso alle autorità locali. Non sono riuscite a fermare il bagno di sangue le associazioni ambientaliste in lotta contro questa crudele cerimonia.
A documentare gli orrori dell'ultima edizione, nel 2014, è stata l'associazione Animal Equality con immagini scioccanti di decapitazioni di bufali che avvenivano con colpi ripetuti e inefficaci, causando estreme sofferenze. Quest'anno gli organizzatori hanno respinto una pratica alternativa, rispettosa delle tradizioni religiose e meno dolorosa per gli animali, proposta dalla stessa associazione: la donazione di sangue, realizzata in collaborazione con la Croce Rossa nepalese.
Non sono neanche serviti i serrati controlli effettuati al confine tra i due paesi da autorità indiane e volontari, che hanno sequestrato decine di animali trasportati illegalmente da commercianti e pellegrini. Inefficace, la petizione internazionale lanciata da Animal Equality, che ha anche incontrato funzionari del ministero degli Affari interni indiani per chiedere la chiusura del confine col Nepal, bloccando cosi' il passaggio degli animali da sacrificare.
Iniziative su più fronti che hanno, però, permesso di ridurre il numero delle vittime a 30 mila. La leggenda afferma che i primi sacrifici compiuti a Bariyarpur risalgono a diversi secoli fa, quando la dea Gadhimai apparve in sogno a un prigioniero, e gli chiese di costruire un tempio per lei. Secondo altre fonti furono celebrati circa 260 anni fa, quando Bhagwan Chaudhary, proprietario terriero locale, pensò che i suoi problemi sarebbero stati risolti se avesse dato il proprio sangue alla dea del potere.