L'indagine guidata dal ministro di Giustizia statunitense William Barr sulle origini del Russiagate è diventata penale. Il New York Times, che per primo ha dato la notizia del cambiamento di status del dossier, non ha precisato la tempistica. Interpellato dall'Agi, il dipartimento di Giustizia per ora non commenta. L'inchiesta per determinare da dove sia partita l'indagine dell'Fbi sulle presunte collusioni tra Donald Trump e il Cremlino durante le presidenziali del 2016, è stata affidata da Barr al procuratore John Durham che ora ha il potere di emettere ordini di comparizione, rinviare a giudizio e convocare gran giurì.
Il dossier, che a detta di Trump "potrebbe coinvolgere anche l'Italia", era stato aperto lo scorso maggio come indagine preliminare. Al centro dell'inchiesta di Barr c'è il misterioso docente maltese Joseph Mifsud che dal Link Campus di Roma avrebbe tentato di incastrare Trump. "Il nostro Paese sta indagando sulla corruzione delle elezioni del 2016", ha spiegato il presidente americano che sospetta un complotto ai suoi danni orchestrato dall'amministrazione di Barack Obama con il "Deep State", lo Stato profondo, anche "andando in altri Paesi per cercare di nascondere quello che stavano facendo".
Il premier italiano, Giuseppe Conte, dopo aver riferito al Copasir, ha confermato gli incontri di Barr a Roma con i vertici dei servizi il 15 agosto e 27 settembre scorsi ma ha escluso "qualsiasi coinvolgimento" dell'Italia nel Russiagate. Durham sta passando al setaccio le testimonianze di funzionari ed ex funzionari dell'intelligence coinvolti nell'inchiesta di Mueller.
I fari sono stati puntati anche sugli analisti che denunciarono il coinvolgimento di Mosca negli hackeraggi ai danni dei democratici nel 2016. Durham ha rinforzato la sua squadra ed esteso l'arco temporale dell'investigazione, abbracciando pure il periodo successivo all'inaugurazione di Trump alla Casa Bianca nel gennaio del 2017, stando ad anticipazioni di stampa che parlano di un braccio di ferro tra la Cia e il dipartimento di Giustizia sui documenti classificati che Barr vuole vagliare.
L'indagine dell'Fbi sulle interferenze di Mosca era scattata nel luglio del 2016 e l'improvviso licenziamento dell'allora capo del Bureau, James Comey, portò alla nomina dello speciale procuratore Robert Mueller nel maggio del 2017. Mueller non ha stabilito che vi sia stata collusione tra la campagna presidenziale di Trump e il Cremlino ma ha evidenziato una serie di "contatti inappropriati" tra advisor del tycoon e i russi. Secondo Fox, l'indagine di Durham "si è allargata sulla base di nuove prove raccolta durante il suo recente viaggio a Roma con il ministro di Giustizia William Barr".
Il diverso status dell'inchiesta potrebbe far slittare le conclusioni. È invece attesa a breve la divulgazione di un altro dossier sul Russiagate, quello guidato dall'Ispettore generale del dipartimento di Giustizia Usa Michael Horowitz, sui presunti abusi nella sorveglianza della campagna presidenziale di Trump nel 2016 da parte del governo Obama. In una lettera inviata ieri al Senato, Horowitz annuncia la pubblicazione del dossier "il prima possibile" e con "poche revisioni".