L’Eurogruppo deciderà oggi il suo prossimo presidente: a metà gennaio scade l’incarico di Jeroen Dijsselbloem, che ha guidato per cinque anni i 19 ministri dei paesi Euro. I candidati alla successione del laburista-rigorista olandese sono quattro: il ministro portoghese Mario Centeno, lo slovacco Peter Kazimir, la lettone Dana Reizniece-Ozola e il lussemburghese Pierre Gramegna, due socialisti e due liberali. L’ipotesi di una candidatura del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, particolarmente adatta per il suo curriculum internazionale e il prestigio di cui gode (in Europa e oltre) a un ruolo del genere, non è stata presentata per una serie di valutazioni politiche. Prima di tutto il presidente dell’Eurogruppo è stato finora il ministro in carica del suo Paese: e questo non sarà probabilmente più il caso di Padoan dopo le elezioni italiane della prossima settimana. Lo stesso premier Paolo Gentiloni la scorsa settimana, dopo una serie di incontri con altri leader, aveva ammesso che l’orizzonte temporale del governo è troppo ridotto perché gli altri ministri potessero decidere di votarlo.
C’è poi un secondo fattore, che riguarda le molte posizione di vertice attualmente ricoperte da italiani nelle istituzioni comunitarie, e in particolare in quella di maggior peso per l’economia europea: Mario Draghi è fino al 2019 il potente presidente della Banca centrale europea. Inoltre, sono italiani il presidente dell’Eba (l’autorità bancaria che si trasferirà a Parigi da Londra con la Brexit), Andrea Enria, quello della Commissione per gli Affari economici e monetari del Parlamento europeo, Roberto Gualtieri, e il direttore generale della DG Ecfin al Parlamento europeo, Marco Buti.
Italia già molto ben rappresentata
E sono italiani il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e la vicepresidente della Commissione, nonché capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini. Sono quindi lontani i tempi in cui l’Italia poteva protestare di essere sotto rappresentata ai vertici europei. A farne le spese, questa volta, è la candidatura di Padoan per l’Eurogruppo. Quanto al possibile legame di questa partita con quella per l’assegnazione delle agenzie che da Londra si trasferiranno per effetto della Brexit, è stato sempre escluso dai negoziatori italiani che hanno lavorato per portare a Milano l’Ema (agenzia delle medicine). È un fatto che, due settimane fa, Milano è stata la più votata fino a che l’esito finale è stato deciso dal caso, facendo vincere Amsterdam. La stessa cosa potrebbe succedere oggi con la presidenza dell’Eurogruppo: con due socialisti e due liberali l'elezione si annuncia incerta, anche se il portoghese Centeno appare come favorito, grazie al sostegno dei quattro paesi principali della moneta unica, Germania, Francia, Italia e Spagna.
Come si vota
Se nessuno dei candidati otterrà 10 voti al primo turno, ciascun candidato sarà informato individualmente del numero di voti ricevuti per valutare la possibilità di ritirarsi. Il voto andrà avanti fino a quanto un candidato non otterrà la maggioranza di 10 voti. A Bruxelles ci si aspetta che l’elezione avvenga dopo tre votazioni al massimo ma la procedura è simile a quella per le agenzia e il “rischio monetina”, ovvero l’estrazione a sorte fra i due candidati più votati, non è del tutto escluso. Il risultato è atteso per questo pomeriggio. Il successore di Dijssebloem assumerà l'incarico il 13 gennaio 2018 per un periodo di due anni e mezzo.