Sulla Catalogna in pieni preparativi per il referendum sull'indipendenza di domenica, si abbatte l'offensiva di Madrid per fermare il voto in una sfida dall'esito incerto e che allunga ombre sinistre sulla consultazione. La Generalitat ha presentato i dettagli organizzativi della giornata elettorale, mostrando persino l'urna per le schede: una scatola bianca in plastica, con il simbolo della regione autonoma. Si tratta di urne 'Made in China' del costo di 5 euro l'una, acquistate dalla Smart Dragon Ballot Export di Guangzhou dopo il sequestro del materiale inizialmente previsto per il voto. Intanto il re Felipe VI ha annullato tutti gli impegni previsti da lunedì.
Mentre i politici indipendentisti si rivolgono alla piazza che sventola le bandiere della Regione Autonoma e i Mossos d'Esquadra, la polizia locale, fanno sapere che non userà la forza, le uniche autorità catalane che agiscono contro il referendum restano i magistrati. I giudici del Tribunal Superior de Justicia de Cataluna (TSJC) hanno ordinato a Google di bloccare un applicazione diffusa dal presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, per poter votare. App che Puigdemont ha diffuso via Twitter mercoledi e che si chiama "onvotar1oct@gmail.com". La Guardia Civil aveva segnalato ai giudici che l'app forniva in tempo reale gli indirizzi dove sarebbero stati organizzati all'ultimo momento i seggi ufficiosi, dopo la chiusura di quelli ufficiali da parte della polizia sempre su ordine della magistratura.
Rajoy avverte i secessionisti
Al termine di una riunione tutta incentrata sulla consultazione, il governo di Mariano Rajoy ha avvertito i secessionisti. "Ne risponderete davanti ai tribunali", ha detto il portavoce dell'esecutivo, Inigo Mendez de Vigo, ripetendo che il referendum domenica non si farà perché è "illegale" e quindi "l'obbligo di uno Stato di diritto è quello di impedirlo". Il governo spagnolo ha già inviato 10.000 uomini di rinforzo nella regione ribelle, per lo più agenti della Guardia civil e della Policia Nacional.
La magistratura interviene
Dalle autorità spagnole prosegue anche l'offensiva giudiziaria, con il Consiglio dei ministri che ha annunciato ricorso contro tre leggi catalane, giudicate anticostituzionali perché interferiscono con le competenze statali. Si tratta di quelle che istituiscono l'Agenzia di protezione sociale della Catalogna, attiva in materia di sanità e sicurezza sociale, quella che sancisce il diritto all'abitazione, e quella sui testamenti digitali.
I numeri del voto
Domenica si voterà dalle 9 alle 20: 5,3 milioni le persone con diritto di voto, che potranno recarsi nei 2.315 seggi elettorali sparsi in tutto il territorio, 6.249 sezioni in tutto, in cui lavoreranno 7mila persone tra i 50mila volontari coinvolti nell'intero processo elettorale. Il portavoce del governo catalano ha riferito che la gran parte degli scrutatori ha già ricevuto la convocazione. Quanto all'ipotesi che Madrid blocchi il voto, il vicepresidente della Generalitat, Oriol Junqueras, ha spiegato che "ci sono diverse alternative se qualcuno chiude i seggi. Anche se portano via un'urna o cento, ci sono molte maniere di votare". Secondo i sondaggi, l'affluenza sarà intorno al 60% e i favorevoli all'indipendenza sarebbero in leggero vantaggio.
Bruxelles è con Madrid
Il premier spagnolo, Mariano Rajoy, ha disertato il vertice Ue di Tallin per rimanere a Madrid a seguire gli avvenimenti. Ha convocato i ministri e, al termine della riunione, ha avvertito la Generalitat e "i suoi alleati del Cup", il partito indipendentista di sinistra, che risponderanno dinanzi ai tribunali della loro "grave slealtà istituzionale" e della loro "disobbedienza costituzionale". "Siamo in presenza di un processo continuato di disobbedienza costituzionale contro una democrazia europea accreditata e prestigiosa come la Spagna e, in pieno secolo XXI, contro uno Stato membro dell'Unione Europea".
Il portavoce ha ricordato ai secessionisti che l'Unione Europea - da ultimo, il presidente del Parlamento, Antonio Tajani - è a fianco del governo centrale. E ha concluso: "Tutti, ripeto tutti, sono obbligati a rispettare le leggi, nessuno è al di sopra della legge. La convivenza e il progresso e il benessere non sono possibili a margine dello Stato di diritto". Poche ore prima il Garante per la Privacy aveva avvertito gli scrutatori che rischiano multe fino a 300mila euro.
Restrizioni allo spazio aereo
C'è polemica anche per la mobilitazione degli alunni invocata da alcune associazione catalane per evitare atti di forza della polizia nelle scuole in cui si vota: Mendez de Vigo ha definito "disgustoso" che si utilizzino bambini e ragazzi come una sorta di "scudi umani". Di certo si sa che molti gruppi di volontari si stanno organizzando per svolgere attività e restare a dormire all'interno delle scuole, impedendo che vengano sgombrate. Due delle scuole scelte come seggi sono state occupate dai manifestanti. Fino a lunedì ci saranno inoltre restrizioni allo spazio aereo sopra Barcellona: l'ente per l'aviazione civile ha chiarito che si tratta di una misura abituale in caso di eventi sportivi, ma c'è chi pensa sia una misura che domenica servirà a limitare lo sguardo sulla città e quel che accadrà. Il primo cittadino, Ana Colau, ha fatto sapere che voterà scheda bianca perché la consultazione non si svolge "nelle condizioni giuste".
Colonne di trattori verso Barcellona
Il vero simbolo della battaglia per l'indipendenza della Catalogna non saranno però le 'urne cinesi', bensì i trattori. Sono 2.150 i mezzi agricoli che hanno aderito all'appello dei leader separatisti e che i proprietari schiereranno davanti ai seggi al fine di ostacolare eventuali interventi delle forze dell'ordine per bloccare il voto. Alla mobilitazione hanno aderito Assemblea Pagesa e i sindacati agricoli di Unioò de Pagesos e Jarc. Colonne di trattori si sono già mosse in città come Manresa, Vic, Igualada, Tarragona, Tortosa, Lleida, Valls, Reus, Falset, Figueres, Girona e Ripoll per rivendicare il diritto del popolo catalano di scegliere il proprio futuro. Stando a fonti sindacali, 400 trattori si trovano già a Barcellona, 100 a Tortosa, mille a Tarragona, 150 a Manresa e 500 a Girona.