Una giovane volontaria italiana è stata rapita durate un attacco terroristico in una zona commerciale di Chakama, in Kenya. Abbiamo chiesto a Carlo Biffani, esperto di sicurezza e di antiterriorismo, quali sono le condizioni nell'area in cui è avvenuto il sequestro.
Chi può aver rapito la volontaria italiana?
E' legittimo che sia opera dei terroristi del gruppo di al-Shabab, una organizzazione somala che non di rado si spinge fino in Kenya per portare a compimento le sue azioni. Ma arriva dopo un periodo di relativa tregua attuato dai “giovani” ovvero i terroristi somali che hanno nel recente passato giurato fedeltà al califfo al Baghdadi passando dalla compagine di al-queda a quella di Daesh-ISIS".
Chi sono questi 'giovani' somali?
Questo gruppo, che peraltro sembra non aver subito una flessione dal punto di vista della capacità tattica ed operativa come invece è capitato negli ultimi due anni al resto delle compagini che si ispirano a Daesh, deve parte della sua longevità anche grazie al fatto d’essere originario della Somalia, nazione nella quale la quasi totale assenza di forze locali di intelligence e di contrasto armato ai terroristi ha permesso di esistere e mantenere pressoché immutate le proprie capacità di azione in tutti questi anni
Non è la prima volta che prendono di mira un'area commerciale
Il gruppo nel 2013 aveva già effettuato una clamorosa e sanguinosa azione di attacco ad un centro commerciale seminando la morte a Nairobi nel Westgate Mall e provocando 63 vittime e 160 feriti in un sequestro fra i più lunghi, sanguinosi ed impressionanti mai compiuto da un gruppo terroristico. Anche in conseguenza della reazione e dello sdegno provocato da quel gesto, i terroristi avevano successivamente dovuto fare i conti con un notevole numero di attacchi sul territorio somalo e lungo il confine con il Kenya da parte di unità delle forze speciali occidentali, americane ed inglesi, contro le loro basi e le loro enclavi
Quanto è difficile colpire i terroristi in Somalia?
Solo per provare a spiegare quanto complesso sia attaccare questo gruppo terroristico nel suo territorio, basterà ricordare che in almeno due di queste azioni delle forze speciali, alcuni componenti dei team avevano perso la vita o erano rimasti gravemente feriti in seguito alla reazione dei terroristi
Cosa dobbiamo aspettarci da questo sequestro?
Pur confidando pienamente nella capacità dei nostri uomini dell’intelligence, nel saper gestire una crisi come questa, non si può non fare riferimento al fatto che nella storia ormai quasi ventennale delle azioni portate a compimento da questo gruppo terroristico, non si ha notizia di sequestri perpetrati con lo scopo di ricavarne somme in denaro, quindi al momento restano da capire quali siano le probabilità e le possibilità di stabilire un canale di contatto e di poter avviare una negoziazione fattiva. Questo attacco deve ricordarci come sia assolutamente prematuro considerare il fenomeno del terrorismo che si ispira ad Isis completamente esaurito e non più capace di portare attacchi alla comunità occidentale.