Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che saranno 755 i diplomatici Usa che dovranno lasciare il Paese, come rappresaglia per le misure adottate a fine dicembre dall'allora presidente Barack Obama che, dopo aver avuto dall'intelligence notizie su interferenze di Mosca nelle elezioni presidenziali, espulse 35 diplomatici del Cremlino. Putin ha replicato alla decisione di Obama portando il numero massimo di 'diplomatici' (dicitura sotto la quale si celano da entrambe le parti molti 007 protetti da immunità diplomatica) in entrambi i Paesi ad un massimo di 455. L'attuale inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, che pure aveva promesso un disgelo con Mosca, si trova le mani legate dal Congresso, che lo ha vincolato a non cancellare le sanzioni in vigore.
Per approfondire le ragioni della crisi da Mosca e Whashington leggi l'articoo del Sole 24 Ore
Putin, intervistato dalla rete Rossia-24 ha chiarito che i funzionari americani dovranno lasciare la Russia entro settembre: "Più di un migliaio di persone lavoravano e stanno ancora lavorando" all'ambasciata Usa a Mosca e nei consolati per cui ora "755 di loro debbono porre fine alle loro attività in Russia". Il dato conferma un aspetto: avendo Obama espulso 35 diplomatici russi a dicembre, portandoli a quota 455, la consistenza delle rete 'diplomatica' Usa in Russia era oltre il doppio di quella di Mosca in America.
Putin non prevede un disgelo "a breve"
Putin ha dichiarato all'emittente di non prevedere "a breve" un miglioramento delle relazioni con gli Usa, dopo la conferma delle sanzioni con una maggioranza schiacciante e bipartisan a Capitol Hill: "Noi abbiamo atteso per molto tempo, sperando che situazione potesse cambiare in meglio. Ma sembra che la situazione non sia cambiata e non penso che accadrà a breve".
Trump, con cui Putin aveva avuto due lunghi incontri - uno ufficiale ed un riservato - il 7 luglio a margine del G20 di Amburgo, si ritrova indebolito dal voto del Congresso che, avendo approvato suo malgardo la legge che autorizza nuove sanzioni contro la Russia (e l'impossibilità di revocare quelle in vigore), oltre che all'Iran e la Corea del Nord. Il presidente russo si è reso conto che il suo interlocutore ha una limitata capacità di manovra. Anche se Trump volesse, non sarà possibile per lui alleggerire le misure punitive adottate solo a dicembre dal suo detestato predecessore.
Are we sure 755 Americans will be leaving? We didn't have that many Americans in the entire embassy when I was there . https://t.co/80rTZU7OP4
— Michael McFaul (@McFaul) 30 luglio 2017
Michael McFaul, ex ambasciatore a Mosca: non abbiamo tanti diplomatici
L'ex ambasciatore entra in una zona grigia, con il suo tweet di ieri. A capo della rappresentanza diplomatica fino al 2014, sostiene che Washington non abbia tanti diplomatici. O, almeno, che non ne avesse tanti alla sua epoca (ed esclude un upgrade). Il corripondente del Washington Post Andrew Roth gli fa eco: saranno espulisi lo staff di supporto, i contractors, persino chi porta il caffè. Ed è proprio in queste figure che, in ogni Paese, si nasconde la doppia identità degli 007.