Cateteri, sonde urinarie, protesi delle anche, pacemaker e impianti mammari che invece di curare causano migliaia di morti, milioni di feriti oltre ai crescenti malfunzionamenti. A denunciare lo scandalo delle protesi killer e della mancanza di controlli di sicurezza adeguati è un consorzio di giornalisti internazionali, l'ICIJ (Consorzio internazionale di giornalisti investigativi), di cui in Francia fanno parte 'Le Monde' e 'Radio France', in Italia, L'Espresso e Report di Raitre. "Implant Files", questo il nome del caso di malasanità globale aperto dai media che hanno indagato in numerosi paesi del mondo dove gli impianti medici vengono utilizzati quotidianamente, in pratica ovunque.
"È una preoccupazione condivisa da tutti i ministri. Sappiamo tutti che la regolamentazione sui dispositivi medici non è abbastanza solida" ha commentato all'emittente 'France Info' il ministro della Sanità francese, Agne's Buzyn. Una nuova regolamentazione europea è prevista, ma non prima del 2020. Impressionanti i numeri riferiti dall'inchiesta giornalistica. Il quotidiano francese 'Le Monde' scrive di 82 mila morti, 1,7 milioni di pazienti feriti e almeno 3,6 milioni di segnalazioni di impianti difettosi durante l'ultimo decennio negli Stati Uniti, paese in cui la raccolta dati è stata più facile. Molti incompleti invece i dati disponibili in Francia, dove sono stati censiti 'soltanto' 158 mila incidenti durante l'ultimo decennio.
A produrre i dispositivi medico-sanitari non è l'industria farmaceutica ma aziende del settore dell'industria pesante che trattano l'acciaio, il titanio e altre componenti che rientrano nella loro fabbricazione. In partenza si trattava per lo più di siringhe o cateteri ma non di dispositivi destinati ad essere inseriti nel corpo umano. Altrettanto scandaloso, per l'ICIJ, è il fatto che nonostante i crescenti casi di impianti difettosi ed infezioni, i controlli non siano aumentati e la legislazione non sia stata aggiornata. Diversamente dai farmaci, che possono essere messi in vendita sul mercato soltanto dopo test clinici, nel rispetto di regolamentazioni severe, i dispositivi medici vengono invece considerati come una merce, quindi il solo responsabile del prodotto è il fabbricante.
Per potere essere venduto, serve soltanto la certificazione CE, che nei fatti non dà garanzie sufficienti. A chi argomenta che test sugli impianti risultano molto difficili da eseguire prima della commercializzazione, il consorzio dei giornalisti replica che sono altrettanto carenti i controlli sui pazienti una volta inseriti nel corpo umano, quindi le negligenze si riscontrano a catena. Infatti, è stata confermata l'esistenza di una sessantina di "organismi privati notificati" che in cambio di una bustarella rilasciano la preziosa certificazione CE, senza essere troppo esigenti e senza chiedere i risultati degli studi clinici su esseri umani.
Nel 2015 uno studio ha dimostrato che negli ospedali francesi i cateteri sono la quarta causa di infezioni. Di recente è scoppiato il caso di alcuni tipi di impianti mammari la cui composizione ha provocato in almeno 53 donne un tumore molto raro, un linfoma anaplastico a grandi cellule, a partire dal 2011. Sempre in Francia è messa in causa dall'inchiesta giornalistica per la sua mancanza di trasparenza l'Agenzia nazionale di salute del farmaco (ANSM) che ancora non si è pronunciata sullo scandalo degli impianti difettosi al seno.