Xi Jinping potrebbe restare al potere per almeno 15 anni, ben oltre il 2023. Il Comitato centrale del Partito comunista cinese (Pcc) ha proposto la rimozione dalla Costituzione del limite dei due mandati consecutivi (di cinque anni ciascuno) per il presidente e per il vice-presidente della Repubblica Popolare Cinese. Lo ha annunciato lo stesso Comitato centrale, l’organo direttivo a base più ampia, composto di circa 400 membri. La mossa annunciata oggi spiana la strada a Xi Jinping per rimanere in carica come presidente cinese oltre il 2023, scadenza naturale del suo mandato. La proposta riguarda anche la carica di vice presidente.
“Il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese ha proposto di rimuovere l’espressione in base alla quale il presidente e il vice-presidente della Repubblica Popolare Cinese ‘presteranno servizio per non più di due mandati consecutivi’ dalla Costituzione del Paese”, scrive oggi l’agenzia Xinhua. La proposta del Comitato Centrale del Pcc giunge all’indomani della decisione del Politburo - composto di venticinque dirigenti di livello nazionale - di indire dal 26 al 28 febbraio prossimi la terza assemblea plenaria del Comitato Centrale dallo scorso Congresso del partito di ottobre 2017, che si era concluso senza che Xi nominasse un successore, lasciando presagire la possibilità che il suo mandato potesse prolungarsi oltre i dieci canonici anni (lo abbiamo spiegato nell'ebook La "Nuova Era" Cinese). La decisione è seguita a discussioni dei membri del Politburo su “un piano di riforma strutturale delle istituzioni del partito e dello Stato, lo sviluppo economico e sociale del Paese e i candidati proposti per le posizioni di leadership statale”, secondo quanto riporta l’agenzia Xinhua.
Giunto al termine del primo mandato come presidente cinese, Xi Jinping sarà, con ogni probabilità, rieletto presidente cinese nel corso dei lavori della prossima Assemblea Nazionale del Popolo, che si aprono il 5 marzo prossimo. Xi viene generalmente considerato come il leader cinese più potente degli ultimi decenni. Da ottobre 2016 detiene la carica di “nucleo della leadership”, o “core leader”, e alla fine del diciannovesimo Congresso del Partito Comunista Cinese dell’ottobre scorso, ha visto il suo contributo ideologico, legato al suo nome, iscritto nello statuto del partito. La carica di vice presidente, secondo le ultime voci, potrebbe essere affidata all’uomo che fino allo scorso anno era stato uno dei più potenti esponenti del partito, Wang Qishan. Dal 2012 al 2017, Wang è stato membro del Comitato Permanente - il vertice assoluto del Pcc di cui fa parte lo stesso Xi - e capo della Commissione Centrale per l’Ispezione Disciplinare, l’organo che dà la caccia ai funzionari corrotti e che sotto la sua guida ha provocato la caduta in disgrazia di molti dirigenti politici, anche di primo piano, per le accuse di corruzione.
Il caso relativo a Wang Qishan ha riaperto il dibattito nelle scorse settimane sul futuro di uno dei più stretti alleati di Xi. Wang, 69 anni, ha superato la soglia dei 68 anni, età in cui è previsto il ritiro dalle cariche pubbliche, e dall’ottobre scorso il suo nome non figura più tra i membri del Comitato Centrale del partito: allo stesso tempo, Wang è stato scelto, il mese scorso, come delegato per la provincia interna dello Hunan all’Assemblea Nazionale del Popolo, un segnale che lo potrebbe rimettere in gioco, nella politica nazionale, con un ruolo chiave. Tra le indiscrezioni delle ultime settimane, si prevede per lui, oltre alla carica di vice presidente, anche una delega per i rapporti con gli Stati Uniti, secondo quanto spiegato da fonti che hanno parlato nelle scorse settimane all’agenzia Reuters.
La rimozione del limite dei due mandati consecutivi non è l’unica modifica proposta dal Comitato Centrale del partito. Tra le proposte formulate oggi ci sono anche: l’inclusione del contribuito ideologico del segretario generale del partito, ovvero il “pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era” nello statuto; l’introduzione di un giuramento di fedeltà da parte di tutti i funzionari statali al momento di assumere l’incarico; l’inserimento di una commissione di supervisione tra gli organi dello Stato, e l’aggiunta di una frase all’interno del medesimo statuto per enfatizzare il ruolo della leadership del partito come “la caratteristica distintiva del socialismo con caratteristiche cinesi”.
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