La celebrazione che, l'11 novembre, ricorda l'Indipendenza della Polonia è diventata da anni un magnete per i movimovimenti neofascisti di tutta Europa, i cui militanti, in quest'occasione, accorrono a Varsavia per sfilare accanto ai nazionalisti polacchi. Questa volta, però, l'affluenza è stata senza precedenti, e la marcia dell'estrema destra ha decisamente rubato la scena agli altri cortei previsti per la giornata.
In sessantamila, secondo la polizia, hanno gremito le strade della capitale avvolti da fumogeni rossi, intonando parole come "Dio, Onore, Patria", "Gloria ai nostri eroi", "Polonia pura, Polonia bianca", "Fuori i rifugiati" e "Vogliamo Dio", il verso di un vecchio inno patriottico. Già, perché nella Polonia governata dal partito Libertà e Giustizia, il nazionalismo è legato strettamente alla fede cattolica. Stendardi con icone religiose sono stati sventolati insieme a bandiere con il simbolo della Falange nazional-radicale, un movimento dalle forte connotazioni antisemite, fondato nel 1935, che guidò la resistenza contro l'occupazione nazista.
Per il governo è una "splendida vista"
Non è solo per quella che può apparire come una contraddizione a chi è a digiuno di storia che liquidare questi dimostranti come un'orda di skinhead esagitati sarebbe superficiale: rappresentano qualcosa che cova profondo nel cuore del Paese. Difatti, nonostante gli slogan contro gli ebrei gridati da alcuni manifestanti ("manifesto per rimuovere i giudei dal potere", ha dichiarato uno di loro alla televisione pubblica), il governo non si è limitato a minimizzare. Parole di lode sono giunte dal ministro dell'Interno, Mariusz Blaszczak, che ha parlato di una "spendida vista". "Siamo fieri che così tanti polacchi hanno deciso di prendere parte a una celebrazione connessa al nostro giorno dell'Indipendenza Nazionale", ha aggiunto il ministro. E la stessa tv di Stato ha parlato di una "grande marcia di patrioti".
La maggior parte dei partecipanti erano giovani, in molti provenienti dal tifo organizzato. Ad accompagnarli sodali da ogni parte del vecchio continente. C'era Tommy Robinson del British Freedom Party. E c'era Roberto Fiore di Forza Nuova. Una manifestazione antifascista svoltasi in contemporanea - a distanza di sicurezza per evitare incidenti - ha invece attratto appena duemila persone.