AGI - Tutto il Sahel è pervaso da una ondata jihadista senza precedenti, con le cancellerie internazionali preoccupate per la possibile saldatura con le organizzazioni criminali internazionali. Cancellerie che, tuttavia, non sono state in grado di risolvere il problema perché hanno privilegiato l’intervento securitario – necessario - alla cooperazione allo sviluppo. Il terrorismo nel Sahel, così come in Somalia, si alimenta della povertà dilagante, dell’incapacità degli stati di far fronte ai bisogni della popolazione. Verrebbe da dire che l’arma più efficace per combattere i terroristi sarebbe mettere in campo riforme economiche e un welfare state degno di questo nome, così da togliere da sotto i piedi dei terroristi il loro terreno privilegiato, cioè la povertà. Ma sono molte altre le sfide che attendono il continente, soprattutto economiche. Ne parliamo con Angelo Ferrari giornalista, scrittore, autore di "Non so come andrà a finire" (293 pagine, Ogzero editore, 22 euro), uscito in questi giorni. Un libro che arriva nella seconda parte di una carriera spesa per lo più in viaggio, per raccontare, da inviato e da studioso, il continente africano.