Il ministro della Giustizia, William Barr, ha annunciato la reintroduzione della pena capitale per i condannati a morte per reati federali. Il dipartimento ha chiesto alla direzione delle carceri di avviare le procedure di esecuzione per cinque detenuti che si trovano nel braccio della morte.
Il governo cambierà anche la procedura legata all'iniezione letale: si passerà dall'iniezione di tre farmaci, il vecchio sistema usato finora, all'utilizzo del solo Pentobarbital. Il passaggio della formula da "3 a 1" è la conseguenza del fatto che molti Stati hanno avuto problemi a reperire tutti i farmaci richiesti. Con il calo delle condanne a morte, le case farmaceutiche hanno fermato la produzione dei farmaci impiegati: il sodium thiopental, che stordisce, il pancurium bromide, con effetto paralizzante, e il potassium cloride, che ferma il cuore. È il caso dell'attentatore alla Maratona di Boston, Dzhokhar Tsarnaev, condannato a morte per l'attentato del 15 aprile 2013 in cui morirono tre persone e rimasero feriti in 264. La condanna non è stata ancora eseguita per la mancanza di farmaci.
Il dipartimento guidato da Barr ha spiegato di aver ripristinato la pena di morte, dopo quasi vent'anni, per la gravità dei reati commessi da cinque detenuti, che vanno dalla tortura allo stupro di bambini e anziani. L'ultima esecuzione federale è stata nel 2003, quando venne giustiziato un veterano della guerra nel Golfo condannato a morte per il sequestro, stupro e omicidio di una giovane recluta. Era stata la 37esima esecuzione dal 1927. Negli ultimi anni le esecuzioni, anche a livello statale, sono diminuite per le polemiche innescate legate a una procedura non sempre "affidabile": in Oklahoma e Arizona due condannati all'iniezione letale erano morti dopo due ore di agonia.