Lo scandalo della pedofilia abbatte un altro tassello della gerarchia ecclesiastica. Dopo la caduta del cardinale George Pell, ex tesoriere del Vaticano condannato in Australia, è toccato all'arcivescovo di Lione, Philippe Barbarin, subire una condanna al carcere. Il cardinale dovrà scontare sei mesi con sospensione condizionale della pena per "aver coperto gli abusi sessuali nei confronti di minori commessi da altri sacerdoti". L'uomo - ha affermato la presidente della Corte del tribunale di Lione, Brigitte Vernay - è "colpevole di non aver denunciato i maltrattamenti" nei confronti di un minore tra il 2014 e il 2015.
Gli avvocati di Barbarin, che non era in aula al momento della sentenza, hanno annunciato il ricorso in appello. "La motivazione del tribunale non mi convince. Quindi contesteremo questa decisione con tutti i mezzi legali appropriati", ha affermato l'avvocato Jean-Felix Luciani. "È stato difficile per la corte resistere a tutta la pressione con documentari e un film. Tutto questo pone delle vere questioni sul rispetto per la giustizia", ha aggiunto il legale.
Nessuna condanna per gli altri cinque imputati
Per gli altri cinque imputati, la corte ha ritenuto che i fatti fossero, a seconda del caso, non accaduti o prescritti e quindi non ha pronunciato alcuna sentenza nei loro confronti. I sei accusati sono stati processati per "mancata segnalazione di violenza sessuale sui minori di 15 anni", abusi attribuiti a padre Bernard Preynat, che non è stato ancora processato per i fatti accaduti prima del 1991. Il cardinale Barbarin e Regine Maire, ex volontaria della diocesi di Lione, sono stati anche processati per "mancata assistenza": lasciarono Preynat in contatto con i bambini, nell'esercizio delle sue funzioni, fino al settembre 2015.
Per Yves Sauvayre, uno degli avvocati dei querelanti, "la responsabilità e la colpa del cardinale sono state consacrate da questo giudizio, è un simbolo straordinario, una grande emozione storica". Uno dei querelanti, Francois Devaux, co-fondatore dell'associazione delle vittime 'La Parole liberee', l'ha definita "una grande vittoria per la protezione dell'infanzia". "Ho deciso di andare dal Santo Padre per consegnargli le mie dimissioni. Mi riceverà tra qualche giorno", ha spiegato ai giornalisti l'arcivescovo di Lione che dichiara di "aver preso atto della decisione del tribunale".
"Indipendentemente dalla mia sorte personale - ha aggiunto - ci tengo a ribadire tutto la mia compassione per le vittime". Dal canto suo, papa Francesco ha confidato il proprio stato d'animo ai preti di Roma in occasione del tradizionale incontro d'inizio Quaresima: "Sento di condividere con voi - ha detto - il dolore e la pena insopportabile che causano in tutto il corpo ecclesiale l'onda degli scandali di cui i giornali del mondo intero sono ormai pieni. Non scoraggiamoci, il Signore sta purificando la sua Sposa e ci sta salvando dall'ipocrisia"